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Luca Ramacciotti – Sogetsu Concentus Study Group

www.sogetsu.it

Da sempre appassionato (leggi goloso) di dolci non mi perdo mai una puntata di “Bake Off Italia” il talent a cui partecipano pasticceri amatoriali.

Spesso viene fuori che fanno torte multistrato, abbinamenti strani, ma quando si va a toccare le basi della pasticceria (da preparazioni come la pasta sfoglia o dolci quali i “baci di dama”) loro crollano. Come mai? Perché sai fare dolci visivamente belli, ma che hanno sostanziali problemi tecnici? Perché nella nostra torta multistrato il pan di spagna è asciutto o la crema è piena di grumi?

Questo rispecchia un po’ il modus operandi che abbiamo nell’approcciarsi a tutto ikebana compreso. Nella nostra smania dei like, di dimostrare che siamo artisti e creiamo cose fighe, ci scordiamo della solidità delle basi e spesso, che è pure peggio, ne cambiamo l’aspetto tecnico. E’ come se non si sapesse che l’albero proviene dal seme e si volesse subito creare un perfetto bonsai.

Porto un esempio pratico: il morimono. Questa particolare composizione a noi occidentali può sembrare “banale”, ma se pensiamo al valore (e all’alto costo) che ha la frutta in Giappone già l’analizzeremo con occhio diverso e comprenderemo che significato avesse quello di offrire agli ospiti, venuti a trovarci, un vassoio di frutta ben disposto.

La scuola Sogetsu prevede l’utilizzo di: frutta, vegetali, foglie, bacche o frutti rotondi e radici. Quindi se io eseguo una composizione che ha uno solo di questi elementi o parti di frutta tagliata NON E’ un morimono. E qui ahimé subentra il famoso free-style che è il “refugium peccatorum“, la torta multistrato dei pasticceri di Bake Off. In nome del free style noi ci scordiamo degli elementi basici dei vari temi.

Se realizzo temi quali Miniature ikebana (per cui sono previsti almeno 5 ccontenitori non più alti di 6 cm non posso farlo con 1 solo vaso e, magari, di altezza superiore), devo sapere la differenza tra temi quali Composition of Surface Made by using leaves o Whit leaves only, non possiamo sbagliare lezioni quali Color of container o Glass Containers perchè non abbiamo letto il libro di testo o non lo ricordiamo.

Il free style prevede che tu crei l’ikebana senza schemi, ma ogni tema ha una sua regola di base da seguire e inoltre se facciamo, per esempio, Glass Containers non ci sarà materiale fresco e secco o non convenzionale perché sono altri temi, sennò la nostra torta potrebbe avere troppi sapori che si annullano gli uni con gli altri.

La giusta trasmissione di un’arte è fondamentale, come il conoscerne esattamente le basi e la storia.

Questo per me è molto importante ed è il motivo per cui nel 2020 (son già passati due anni!) assieme ai maestri Romilda Iovacchini (Ohara), Regi Bockhorni (Ikenobo) e Ingrid Galvagni (Wafu) realizzamo il primo ebook dedicato a 4 scuole di ikebana editato in italiano e in inglese (in vendita su Amazon). Volevamo che le persone capissero bene cosa fosse l’arte dell’ikebana attraverso l’esempio di quattro scuole perché spesso i libri di ikebana sono dedicati a una sola scuola mentre a noi interessava il percorso storico e culturale. Ricordo che pur conoscendoli a memoria rilessi tutti i libri di testo proprio per essere sicuro di non dare mie interpretazioni dei temi.

Rammentiamoci che è l’ikebana la protagonista non il nostro proprio ego.

Se ho dubbi chiedo sempre alla mia insegnante Mika Otani perché insegno a nome della scuola Sogetsu non a nome mio e la correttezza e l’onestà per me sono valori fondamentali.

Per questo amo molto comunicare anche attraverso questo blog o il mio recente podcast (sicuramente il primo in Italia, non so se ce ne sono altri in Europa) che trovate all’indirizzo: Ikebana Sogetsu.

Concentus Study Group

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