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Luca Ramacciotti – Sogetsu Concentus Study Group

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Tag Archives: cartapesta

Prendo a prestito questa frase di Renato Guttuso per il titolo di questo post perché credo ben racchiuda il mio pensiero su questa isola meravigliosa.

Due mesi fa rilasciai a Elena Torre, per la pagina regionale del giornale Il Tirreno, una mia intervista sui libri che avevano caratterizzato la mia vita e tra essi citavo “Il Gattopardo” che credo sia il libro che ho riletto più volte in assoluto.

Sia il libro, sia la bellissima riduzione filmica di Visconti, per me hanno sempre esplorato la fisicità e la bellezza della Sicilia e dei suoi abitanti. Terra che, se fossimo un popolo più accorto, è una miniera da sfruttare maggiormente per paesaggi, artisticità e cultura a partire dai miei amati Pupi che dovrebbero essere tutelati dallo Stato come forma di arte teatrale e artigianato.

Ho visitato la Sicilia solo due volte e, nonostante il campanilismo di noi toscani e il mio amore per Roma, è una terra che adoro e che avrei voluto visitare più spesso.

Ci tornerò prossimamente grazie a questo evento voluto fortemente da Sicilying che ringrazio pubblicamente anche perché ci sarà il “dopo” mostra e ci hanno organizzato un pacchetto vacanze non solo perfetto, ma calcolato al millimetro sulle voglie del sottoscritto e degli altri componenti della truppa di sbarco: Lucio Farinelli, Ilaria Mibelli e Silvia Pescetelli.

Inoltre ci hanno messo in contatto con le due realtà che daranno il via concretamente al tutto a partire dalle spettacolari ceramiche pop realizzate da Magda Masano alla fornitura di materiale vegetale locale da parte di Intrecci di Fiori e d’Arte.

Come sempre la grafica Silvia Barucci ha saputo ideare e realizzare la locandina dell’evento in maniera suggestiva.

Per la prima volta in Sicilia si terrà una mostra della scuola Sogetsu con dimostrazione annessa e, per noi, è emozionante anche perché non ci aspettavamo così tanto entusiasmo da parte loro e siamo felici che ancora una volta sia il nostro gruppo ad aprire un nuovo capitolo in Italia soprattutto dopo gli ultimi due anni passati.

Concentus Study Group

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Credo non ci sia immagine più iconica del Bacio Perugina, un cioccolatino dalla forma particolare, imitatissimo ed amatissimo racchiuso nel caratteristico astuccio a tubo.

E quest’anno questo orgoglio dell’ingegno, dell’imprenditoria e della gastronomia italiana compie ben 100 anni. La presentazione e il confezionamento del bonbon sono opera di Federico Seneca, direttore artistico della Perugina negli anni venti, che, rielaborando la rappresentazione del quadro di Francesco Hayez Il bacio, creò la tipica scatola blu con l’immagine di due innamorati e fu sempre sua l’idea di inserire i cartigli contenenti le frasi d’amore che ancora oggi caratterizzano lo storico cioccolatino.

Il Bacio fu un’idea di Luisa Spagnoli. Si trattava di impastare, con altro cioccolato, i frammenti di nocciola che venivano gettati durante la lavorazione dei dolciumi. Ne venne fuori uno strano cioccolatino dalla forma irregolare, che ricordava l’immagine di un pugno chiuso, dove la nocca più sporgente era rappresentata da una nocciola intera. Fu chiamato per questo “Cazzotto”.

Giovanni Buitoni, contemporaneamente amministratore delegato della Perugina e presidente della Buitoni, non convinto che fosse una buona idea proporre dei cioccolatini da regalare denominati “cazzotto”, volle ribattezzarli con un nome più adatto. Nacque così il “Bacio” Perugina. I primi cartigli apparvero negli anni trenta, anche se Federico Seneca, l’allora direttore artistico dell’azienda, non li ritenne inizialmente romantici come quelli che conosciamo oggi.

Una versione che ha il sapore della leggenda ci racconta che Luisa avesse l’abitudine di scrivere brevi messaggi al suo amante Giovanni Buitoni, avvolgendoli attorno ai cioccolatini che poi gli mandava perché li controllasse. Pare che Federico Seneca ispirandosi alla suddetta inconfessata storia d’amore volle legare per sempre questo dolce pensiero al cioccolatino. Così oggi tra il cioccolatino e l’incarto argentato troviamo ancora un messaggio scritto in varie lingue.

Negli anni ci sono state varie versioni del celebre Bacio con edizioni limited come quella al cioccolato bianco e nocciole o al cioccolato Ruby e, per festeggiare questo importante compleanno, la Perugina ha chiamato in campo gli stilisti Dolce e Gabbana per il packaging e ha varato anche due nuove versioni per l’occasione: cioccolato bianco e cristalli di limone e quelli invece con cristalli di lampone.

Essendo da sempre diciamo un appassionato di cioccolato e anche un poco romantico non potevo lasciar passare inosservato questo anniversario per cui ho chiesto al gruppo dei maestri di realizzare degli ikebana ispirati a questa bandiera dolciaria del nostro paese.

Questo ha comportato il di dover acquistare e consumare le varie versioni del celebre cioccoltino, ma questi sono sono sacrifici che facciamo volentieri per l’ikebana.

Ringrazio le maestre che hanno potuto partecipare e l’ingegno che hanno messo nei loro elaborati.

Ikebana e foto di Luca Ramacciotti
Ikebana e foto di Lucio Farinelli
Ikebana e foto di Silvia Barucci
Ikebana e foto di Ilaria Mibelli
Ikebana e foto di Daniela Anca Turdean
Ikebana e video di Daniela Anca Turdean
Ikebana e foto di Rumiana Uzunova
Ikebana e foto di Silvia Pescetelli

Concentus Study Group

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Durante il carnevale di Viareggio del 2018 mi attirò l’attenzione una delle maschere isolate dal titolo “Al cospetto del sig. Ego”. Per un problema relativo alla sim della reflex di quella costruzione conservo solo due fotografie e me ne dispiace perché era innovativa sia per concetto sia per esecuzione. Non conoscevo l’autore, ma seppi che vinse con quel suo lavoro il primo premio.

Se quel lavoro mi era piaciuto l’anno successivò realizzò quella che per me resta ancora una delle maschere isolate insuperata per idea, bellezza e malinconia. Si trattava di “Bel Paese volo via”.

Questa figura in volo, dal volto malinconico, la cui maschera la tramutava in un uccello, lo sguardo triste di chi parte, ma anche speranzoso di ciò che l’avvenire può destinargli mi colpì talmente tanto che non ricordo nemmeno quante foto gli feci. E fu in quell’occasione che conobbi il suo costruttore: Matteo Raciti.

Non sapevo nulla di lui, ma il suo gusto innato, la sua bravura e teatralità mi avevano davvero sorpreso. Quell’anno si classificò (per me ancora resta un mistero perché non vinse) secondo.

Nel 2020 realizzò”I disagi di Gulliver” con cui vinse il primo premio accedendo così alle mascherate di gruppo per l’anno successivo. Ricordo la sua felicità per la meritatissima vittoria e io che iniziai a tampinarlo perché volevo che facesse un workshop di cartapesta alle mie allieve.

Un po’ la pandemia, un po’ Matteo che ha sempre mille progetti per la testa e, per sua fortuna, molti incarichi il progetto rimaneva latente, ma io ero più cocciuto del coronavirus a tenacia e continuavo a martellarlo di richieste 🙂

Tra una sua mostra e l’altra (è anche uno scultore non indifferente!) portava avnti il suo progetto per la prima mascherata di gruppo che avrebbe realizzato e, siccome non è uno che gioca facile, aveva portato un tema difficilissimo ovvero quello dei disturbi mentali: “Da vicino nessuno è normale”.

Si classifica al III posto.

Quest’anno, tra un corso e l’altro, ho continuato a tampinarlo per il workshop di ikebana sapendo quanto sia occupato e quotato a livello artistico, ma ci tenevo davvero a realizzare questo progetto.

Se lo scorso anno aveva iniziato un’idea di coreografia assieme alle mascherate quest’anno con “Qui e ora” (che gli ha valso il II posto) ha presentato un vero e proprio atto teatrale.

Finalmente sono riuscito a fargli ritagliare un fine settimana tra i suoi numerosi impegni che possa dedicare a tutti noi.

Realizzare un vaso in cartapesta seguendo l’iter classico non sarebbe fattibile in un solo fine settimana perché ci sono vari passaggi che richiedono molto tempo, ma Raciti ha escogitato una formula che ci permetterà di imparare realmente a fare la carta pesta andando ad ottimizzare i tempi.

Al termine ogni partecipante non solo avrà un suo personale vaso in cartapesta da utilizzare, ma anche sul momento vi realizzerà un ikebana.

Sono davvero felice di questo progetto che sono sicuro risulterà interessante per i partecipanti perché impareranno un’arte tradizionale e soprattutto che, dopo lo stop pandemico, torniamo di nuovo a fare un workshop legato all’arte dell’ikebana in Italia. Il workshop che la maestra Mika Otani tenne presso il Concentus Study Group fu l’ultimo realizzato in Italia. Che si sia di nuovo noi a ripartire lo vedo come un simbolo che tutta questa dollia ormai sia al termine.

Per informazioni: Sogetsu Italia

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