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Luca Ramacciotti – Sogetsu Concentus Study Group

www.sogetsu.it

Durante il carnevale di Viareggio del 2018 mi attirò l’attenzione una delle maschere isolate dal titolo “Al cospetto del sig. Ego”. Per un problema relativo alla sim della reflex di quella costruzione conservo solo due fotografie e me ne dispiace perché era innovativa sia per concetto sia per esecuzione. Non conoscevo l’autore, ma seppi che vinse con quel suo lavoro il primo premio.

Se quel lavoro mi era piaciuto l’anno successivò realizzò quella che per me resta ancora una delle maschere isolate insuperata per idea, bellezza e malinconia. Si trattava di “Bel Paese volo via”.

Questa figura in volo, dal volto malinconico, la cui maschera la tramutava in un uccello, lo sguardo triste di chi parte, ma anche speranzoso di ciò che l’avvenire può destinargli mi colpì talmente tanto che non ricordo nemmeno quante foto gli feci. E fu in quell’occasione che conobbi il suo costruttore: Matteo Raciti.

Non sapevo nulla di lui, ma il suo gusto innato, la sua bravura e teatralità mi avevano davvero sorpreso. Quell’anno si classificò (per me ancora resta un mistero perché non vinse) secondo.

Nel 2020 realizzò”I disagi di Gulliver” con cui vinse il primo premio accedendo così alle mascherate di gruppo per l’anno successivo. Ricordo la sua felicità per la meritatissima vittoria e io che iniziai a tampinarlo perché volevo che facesse un workshop di cartapesta alle mie allieve.

Un po’ la pandemia, un po’ Matteo che ha sempre mille progetti per la testa e, per sua fortuna, molti incarichi il progetto rimaneva latente, ma io ero più cocciuto del coronavirus a tenacia e continuavo a martellarlo di richieste 🙂

Tra una sua mostra e l’altra (è anche uno scultore non indifferente!) portava avnti il suo progetto per la prima mascherata di gruppo che avrebbe realizzato e, siccome non è uno che gioca facile, aveva portato un tema difficilissimo ovvero quello dei disturbi mentali: “Da vicino nessuno è normale”.

Si classifica al III posto.

Quest’anno, tra un corso e l’altro, ho continuato a tampinarlo per il workshop di ikebana sapendo quanto sia occupato e quotato a livello artistico, ma ci tenevo davvero a realizzare questo progetto.

Se lo scorso anno aveva iniziato un’idea di coreografia assieme alle mascherate quest’anno con “Qui e ora” (che gli ha valso il II posto) ha presentato un vero e proprio atto teatrale.

Finalmente sono riuscito a fargli ritagliare un fine settimana tra i suoi numerosi impegni che possa dedicare a tutti noi.

Realizzare un vaso in cartapesta seguendo l’iter classico non sarebbe fattibile in un solo fine settimana perché ci sono vari passaggi che richiedono molto tempo, ma Raciti ha escogitato una formula che ci permetterà di imparare realmente a fare la carta pesta andando ad ottimizzare i tempi.

Al termine ogni partecipante non solo avrà un suo personale vaso in cartapesta da utilizzare, ma anche sul momento vi realizzerà un ikebana.

Sono davvero felice di questo progetto che sono sicuro risulterà interessante per i partecipanti perché impareranno un’arte tradizionale e soprattutto che, dopo lo stop pandemico, torniamo di nuovo a fare un workshop legato all’arte dell’ikebana in Italia. Il workshop che la maestra Mika Otani tenne presso il Concentus Study Group fu l’ultimo realizzato in Italia. Che si sia di nuovo noi a ripartire lo vedo come un simbolo che tutta questa dollia ormai sia al termine.

Per informazioni: Sogetsu Italia

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