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Luca Ramacciotti – Sogetsu Concentus Study Group

www.sogetsu.it

Monthly Archives: febbraio 2022

Il 25 gennaio scorso annunciavo il corso online che si sarebbe svolto con il fotografo Andrea Lippi organizzato dal vulcanico Carlo Scafuro ideatore anche di TAKUMI lifestyle (che ringrazio anche per la coordinazione del tutto).

Del primo incontro ho visto la registrazione perché ero impegnato, ma subito mi sono accorto che Lippi aveva condensato in un’ora e mezzo moltissimi concetti teorici e pratici che avevano rivoluzionato le poche certezze che credevo di avere sul mondo della fotografia.

Le foto all’inizio le facevo con una mia piccola compatta, la mia prima macchinetta digitale. Le opzioni di luce erano due. Nel sotterraneo della casa della mia insegnante dove c’erano due lampadine accese o a casa sfruttando la luce dalla finestra. Stop.

Ikebana realizzato a lezione da Lucio Farinelli
La mia prima macchina fotografica digitale

All’epoca ero uno dei pochi che avevano l’antesignano dell’odierno smartphone ovvero il BlackBerry Curve, ma le foto erano leggermente guardabili anche perché serviva soprattutto per telefonare e vedere la mail.

Al di là della bruttezza dell’ikebana (ma questo all’epoca passava il convento) le foto erano di questo genere.

Oltre, ripeto, la bruttezza del lavoro da me svolto e gli errori tecnici, basta vedere come sono bruciate le iris per capire gli errori, ma sia io, sia il M. Lucio Farinelli si andava a tentoni non essendo coaudiuvati da nessuno. E non vi dico che orrori pubblicammo sulla prima versione del nostro sito tentando di eliminare quadri e centrini nelle foto fatte a lezione.

Nemmeno con la seconda insegnante le cose andarono meglio dal punto di vista fotografico visto che lo spazio era abbastanza buio e con le pareti colorate, ma soprattutto nessuno (e già esistevano Flickr e Myspace) comprendeva come la fotografia si stesse per imporre a 360° diventando un mezzo di comunicazione davvero alla portata di tutti. Anzi una delle insegnanti avrebbe preferito che disegnassimo gli ikebana realizzati invece di fotografarli.

Nel frattempo era morta (letteralmente) la mia compattina e passavo alla mia prima reflex comperandone una, su consiglio di Lorenzo Palombini, adatta alle mie esigenze mentre mio fratello per Natale mi regalava un cavalletto. Da un negozio di stoffa al metro comprai dei lenzuoli neri, bianchi e blu e quelli furono i nostri primi sfondi. Ma eravamo ancora di luce naturale anche se tra reflex e cavalletto la sfangavamo… tanto che io ci vinsi il concorso della Sogetsu.

Per l’occasione avevo utilizzato un mobiletto di cucina nerp come base, il telo nero e la luce che arrivava dalla finestra di destra.

Rispetto al passato ci sentivamo già più bravini, ma per fare una foto si accendeva un cero alla Madonna e si diceva il rosario nell’attesa che arrivasse la grazia e uno degli scatti fosse pubblicabile.

Poi fu la luce con ombrellini e softbox! Alternavamo i teli (che andavano sempre stirati!) ai fondali, che mi regalò sempre mio fratello, ai fogli di cartoncino bristol come ci aveva insegnato Palombini.

Perché tutto questo amarcord? Perché oggi abbiamo smartphone sofisticati e ci illudiamo di poterli sostituire alle macchine fotografiche (i cui costi nel tempo sono andati davvero ad abbassarsi soprattutto se comprendiamo che non ci serve un’attrezzatura da National Geographic) e qui mi ricollego al corso (dove comunque Lippi ha spiegato pro e contro degli smartphone e anche come usarli).

Ho seguito vari corsi di fotografi professionisti e anche di persone hobbiste e siceramente tra i due c’è non un divario, ma un burrone. I primi (i professionisti) sanno insegnarti in maniera pratica e anche adottando soluzioni piuttosto economiche o “casalinghe”, i secondi ti fanno comperare di botto attrezzature sofisticate che forse utilizzerai al 45% proprio perché non hanno l’esperienza sul campo. Lippi stesso ci sta aiutando ad utilizzare ciò che abbiamo a portata di mano proprio perché non tutti possono dotarsi di determinate attrezzature.

Ieri sera seconda lezione di Lippi con esempi pratici di come andare a illuminare i fiori e i bonsai e il mondo ha assunto nuove spettacolari sfumature anche perché con pazienza ha risposto a tutte le nostre domande e dubbi.

Andrea ci ha fatto vedere con passaggi step by step come andare a mettere in risalto trasparenze, colori e dettagli dandoci davvero dei notevoli imput. Certo ci si “complica” la vita perché non ci accontentiamo di ciò che abbiamo a portata di mano, ma credo anche in questo si dimostri se amiamo davvero un’arte. Anche l’ikebana (o il bonsai) più bello fotografato male diviene brutto.

M dispiace che il 4 marzo sia l’ultima lezione prevista. Spero tanto in un nuovo ciclo di lezioni e che Lippi possa venire anche a tenerci un workshop dal vivo. Nel frattempo dovrò imparare a memoria le registrazioni delle lezioni online effettuate perché già rivedendo la prima sessione per la seconda volta ho notato nozioni che mi erano sfuggite. Perché Lippi è davvero molto generoso in questi meravigliosi incontri.

© Andrea Lippi

www.sogetsu.it

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Questo è il titolo della lezione conclusiva del V libro della scuola Sogetsu (edito nel 2016), quello che ci accompagna al grado di diploma. In questa lezione si invita il futuro maestro a portare l’ikebana fuori dall’aula o dalla propria casa. Dobbiamo far conoscere alle persone questa arte attraverso le mostre, esposizioni in qualsiasi luogo dai caffè/ristoranti, alle hall degli alberghi o in altri ambiti. Non dice di fare la “cosa strana”, ma di far conoscere a tutti questa arte nella sua realtà… vera.

Voglio dire se io metto insieme dei pezzi di platica oppure un ramo in un vaso non spiegherò alle persone una beata cippa di questa arte. Certo è più facile conquistare le persone con la composizione strana o mettere due rami e un fiore e far comprendere che tutti possono fare quella composizione, MA non è onesto. L’ikebana, come tutte le arti ha delle sue regole e principi e non è facile farla se non la si studia correttamente.

Sinceramente ancor prima dell’uscita di questo libro con il mio gruppo già avevamo portato (i primi in Italia) l’ikebana in altri ambiti come nel 2011 a Vicenza (Gioielli Antonella Piacenti) o a Roma (i profumi di Campomarzio70) o Milano (Chef Matteo Torretta) o in trasmissioni come “Banzai” su Ryar Webradio (2014) o l’ikebana per il Gran Teatro Giacomo Puccini (2011) per elencare solo alcune delle collaborazioni.

A me piacciono queste commistioni perché ci arricchiscono personalmente, ci fanno crescere e danno nuove idee e stimoli.

Sinceramente con il mio gruppo abbiamo sempre trovato fortunatamente persone straordinarie che ci hanno aiutato in questo senso con collaborazione di alto livello che hanno dato nuovi imput alla nostra arte.

In questo mese e nel prossimo avrò l’onore di due eventi davvero molto particolari in cui portare l’arte dell’ikebana.

Il primo sarà una diretta live mercoledì prossimo 16 febbraio alle ore 18.30 che si svolgerà sulla piattaforma di Instagram. Sarò ospite di Stregadelcastello alias Caterina Roncati. Il nome vi suona familiare? Sì ho già parlato di questa straordinaria creatrice di profumi.

Un piccolo inciso prima di proseguire sempre sul significato della lezione del V anno di cui ho parlato. Da sempre appassionato di profumi quando nel 2014 lessi il romanzo di Cristina Caboni “Il sentiero dei profumi” trovai in appendice nei ringraziamenti due nomi allora per me sconosciuti ovvero quelli di Caterina e di Marika Vecchiattini e decisi di conoscerle. E si spalancò un mondo.

Caterina si segnala non solo per la particolarità dei suoi lavori, ma anche per come svolge e porta avanti la sua passione. Chi mi conosce sa che, se esprimo una mia opinione, lo faccio con molta onestà e sincerità perché non riesco a dire qualcosa di diverso da ciò che penso e Caterina davvero schiude mondi particolari nell’ambito dei profumi.

Infatti con lei ho seguito due suoi corsi online nati dall’obbligo di non potersi incontrare causa pandemia, ma che, personalmente, mi hanno permesso di poter partecipare cosa che dal vivo, probabilmente non sarebbe stato possibile. Il secondo corso si svolse infatti mentre io lavoravo a Modena al Teatro “Pavarotti Freni” per cui sarebbe stato impossibile andare da lei. I suoi corsi online sono perfettamente organizzati perché arriva a casa un kit (a me arrivò in teatro per quella occasione e ricordo le felici corse a fine prova per arrivare al mio appartamento e partecipare al seminario) con tutto il necessario.. e di più! Infatti Catrina ha sempre inserito anche stoffe o fotografie o altro materiale tattile che ci aiutasse nel percorso di studio partendo, giustamente, inizialmente dalle materie prime. Mi accorsi quando negli anni ’80 feci il corso da sommelier, che molte persone non sapevano riconoscere nel vino sentori basici come la crosta del pane, frutta tropicale, albicocche o more. Abbiamo perso il senso dell’olfatto in un mondo industrializzato dove si trovano le peonie anche a dicembre e le fragole a novembre. Per cui uno start importantissimo.

Mercoledì prossimo quindi i nostri due canali si uniranno online proprio per parlare di profumi e ikebana e delle prossime iniziative che la vulcanica artista ha in programma per tutti noi.

Potete collegarvi dal suo profilo instagram o dal nostro.

A fine marzo (per la precisione il 25) invece parlerò de visu di ikebana ai soci del Magic Workgroup di Roma.

Perché l’abbinamento ikebana e magia? Per due motivi.

Il primo ho constato che spesso gli ikebana hanno qualcosa di magico sembrando in equilibri impossibili in natura e, come sanno gli artisti dell’ikebana, ci sono tecniche di ancoraggio invisibili all’occhio. Insomma il trucco c’è ma non si vede.

Inoltre, da quando studio i principi dell’ikebana, senza che me ne accorgessi è cambiato il mio modo di visualizzare la messa in scena. Non solo nell’ambito di un’estetica di spazio sul palcoscenico, ma anche di come vado a realizzare una regia. Nel primo caso sul palcoscenico tengo solo lo stretto necessario stando attento agli equilibri e agli spazi, nel secondo cercando di levare quei gesti, le parole non necessari e, soprattutto andando sul particolare per unire assieme il tutto e dare senso di unità.

Sarà interessante vedere prestigiatori professionisti che ne penseranno della mia idea perché, il bello di quel gruppo capitanato da Filippo Cignitti, è proprio che ognuno fa interventi e gli altri dopo li commentano. Un’altra occasione personale di arricchimento.

Due appuntamenti importanti in cui apprenderò, sicuramente, molto.

Concentus Study Group

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