Monthly Archives: giugno 2021
15/06/21 A passion for Ikebana
Quando su Facebook la Master Instructor Koka Fukushima pubblicò la notizia che aveva scritto un suo libro le chiesi subito se avrebbe poi fatto una versione in inglese. L’argomento mi interessava e conoscendone l’espeirenza ero sicuro che sarebbe stato fondamentale leggerlo.
Purtroppo non sono mai riuscito a seguire un suo workshop in Italia (la prima volta che venne non mi fu permesso di accedervi e la seconda il suo workshop si teneva a ridosso di quello da me organizzato) nè a essere in Giappone quando lei tiene le lezioni all’Head Quarter, ma da sempre seguo il suo lavoro con stima perché si comprende quanto lei ami questa arte e, nell’introduzione al libro, dà una definizione di differenza tra ikebana e flower arrangement che io sicuramente citerò nelle mie prossime conferenze perché è perfetta.

Ora il libro è disponibile anche in inglese e si può acquistare su Amazon nei tre formati Copertina Rigida, Tascabile ed ebook (questo ultimo al momento solo dall’Amazon americano).
Come pensavo il libro è davvero molto istruttivo perché tratta di tutti materiali vegetali che l’insegnante ha conosciuto nella sua lunga carriera e sono suddivisi nelle quattro stagioni.
48 schede che analizzano i materiali sia da un punto di vista culturale sia estetico sia di come si possono lavorare e utilizzare in ikebana con consigli pratici di qualsiasi genere (compreso come rimuovere il polline delle Gloriose dai vestiti) sia di come nelle varie parti del mondo tali materiali possono differire.
Il tutto è spiegato in maniera molto chiara e precisa accompagnato da foto dei materiali e dagli ikebana eseguiti dalla signora Fukushima.
Un libro che tutti coloro che studiano ikebana dovrebbero possedere, ma anche chi è appassionato di fiori.
Spero di tornare presto in Giappone e questa volta incontrare la Master Instructor perché le chiederò di farmi una dedica sul libro.
Concentus Study Group
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13/06/21 La condivisione fa unione
Ciò che amo dello studio di un’arte è poter entrare in contatto con altri appassionati del settore. Non ho mai compreso lo studio in “solitaria”, ma non solo per l’ikebana anche in teatro o altre mie passioni (come la ceramica). Secondo me senza condivisione non c’è molta crescita.
Il problema si pone, in questa era dei social che offrono mille possibilità (nel bene come nel male) di discernere chi compie il cammino con la giusta passione e serietà e chi si improvvisa o segue un’arte solo come passatempo. Una buona parte di chi pubblica “ikebana” sui vari social non ha mai preso una lezione da un maestro oppure non gli interessa davvero imparare sentendosi già un artista. Se la gente mette i like vuol dire che ha eseguito un buon lavoro? A vedere i like che prendono certe bufale sui social c’è da domandarselo.
Per questo quando si incontrano veri artisti come Elena Karetko la strada diviene più luminosa.
Purtroppo abitando in due paesi diversi non è facile incontrarsi tutte le volte che si vorrebbe e quando venne in Italia per seguire il workshop di Mika Otani avevamo l’idea era di fare un ikebana assieme, ma purtroppo, dati i tempi stretti, non ci fu possibile.
Lo scorso mese Elena mi propose di fare virtualmente assieme un ikebana e un tema che per me fu subito perfetto e nello stesso tempo una sfida: Yin e Yang.
Il Taijitu è uno dei simboli visivamente più noti al mondo e spesso usato (anche il suo significato) in maniera piuttosto banale e non era facile tradurlo in un’immagine floreale scomposta perché l’idea era proprio quella. Elena avrebbe realizzato la parte nera e io quella bianca. Due lavori a distanza che si sarebbero però integrati non solo nel nome dell’Yin e Yang, ma anche dell’ikebana e dell’amicizia.
Ecco cosa dice Elena a proposito della sua parte di progetto: “Il mondo dell’ikebana è sorprendente e vario, la filosofia dell’armonia tra uomo e natura, l’arte di creare bellezza. Attraverso l’ikebana, abbiamo l’opportunità di fare amicizia con persone di tutto il mondo, leggendo il copione dell’anima dell’altro secondo le composizioni ikebana. Ho pensato che sarebbe stato interessante creare un’ikebana con il mio amico Luca Ramacciotti. Viviamo in paesi diversi, parliamo lingue diverse, abbiamo professioni diverse, ma abbiamo una cosa in comune: è l’amore per l’ikebana. Abbiamo deciso di prendere il tema filosofico di YIN YANG – un equilibrio armonioso di opposti finalizzato alla creazione. L’idea ci sembrava molto interessante, ma come creare un ikebana comune a distanza? Abbiamo deciso che ognuno avrebbe fatto da solo la propria associazione con l’elemento-energia. Luca avrebbe preso il colore bianco con un tocco di nero come base, io il nero con un tocco di bianco. Abbiamo deciso di non limitarci nella scelta del materiale per l’ikebana e di mostrarci solo la versione definitiva dell’associazione ikebana.
Nel mio lavoro ho voluto mostrare l’energia oscura dell’acqua, della notte, dell’oscurità, del principio femminile, come un elemento mistico in movimento, destinato alla creazione, alla nascita, che attende l’incontro con l’elemento bianco. È nel buio che nasce il bianco, come se alla fine della notte apparisse uno scoppio luminoso dell’alba.
Ho avuto un grande piacere nel nostro progetto creativo, come se l’orizzonte si allargasse, un altro meraviglioso tocco sulla strada per me stesso. So che molto è possibile se è orientato alla creazione. Mille grazie a Luca per il progetto congiunto!”

Per quanto riguarda la mia parte avevo mille dubbi perché il bianco in oriente ha connotazioni ben diverse dalle nostre (come in fin dei conti il nero che in Giappone viene associato al lutto solo a partire dal XIX secolo con il contatto delle usanze occidentali) si va dal colore del lutto a quello dell’inesperienza (nelle arti marziali la cintura del principiante è bianca, quella del maestro è nera) al simbolo (come in Occidente) della purezza e dell’innocenza ed è spesso associato alla sfera divina. Elena e io ci siamo tenuti liberi su materiali e vasi per non influenzarci a vicenda. volevamo due lavori che parlassero tanto di noi quanto descrivessero questa dualità di colori dove uno contiene una goccia di animo dell’altro. Avevo in mente chiaramente che avrei utilizzato le ortensie bianche. Ma come? Ogni contenitore mi sembrava distrarre dall’idea che tutto doveva focalizzarsi solo sui colori dei fiori consapevole che uno è l’opposto dell’altro. Il bianco riflette la luce e tutto diviene poco definito mentre il nero l’assorbe. Inoltre volevo che la forma ricordasse la parte del Taijitu a me assegnato e desideravo che Elena fosse contenta del mio lavoro. Alla fine l’idea che vedete qui sotto dove il nero diviene una goccia nel bainco circostante, ma nello stesso tempo non vie ne annullato e scaturisce dal bianco con vitalità.
Ringrazio Elena per la sua proposta e di vivere in un periodo storico dove si ha la possibilità con un clik ci conoscere persone interessanti isolando lontano tutto il rumore di sfondo.
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11/06/21 Step by step
Ieri dal Giappone è arrivato un pacchetto che aspettavo anche se non in così rapido tempo. Ero emozionato come non mai e lo stesso il M. Farinelli a cui era codestinato.
Con la tipica grazia ed eleganza che solo i giapponesi possiedono il tutto era accompagnato da un biglietto e da due splendidi origami a forma di gru.

Sia il sottoscritto, sia il M. Farinelli, non abbiamo mai ambito a raggiungere i vari diplomi di livello da insegnanti, non vediamo l’ikebana come una raccolta punti, ma un serio studio di questa arte. Se, e quando, ci saranno i vari diplomi saranno i benvenuti, ma non studiamo per avere quelli, lo facciamo per migliorarci su questa arte.
La scuola Sogetsu permette di ampliare il tuo percorso, la tua ottica e, per me, è sterile cristallizzarsi su una sola espressività di forme; per questo osservo sempre i lavori dei grandi insegnanti giapponesi a partire proprio dalla nostra insegnante. Non avremmo mai immaginato, quando glielo proponemmo, che una maestra così talentuosa e brava accettasse di averci come suoi allievi e ricordo sempre con gioia i suoi due atelier a Tokyo e la bellissima lezione svolta con lei.
Abbiamo, assieme, ricominciato da capo il corso di studio della Sogetsu proprio per affinarci e vedere se avevamo delle lacune. Cosa, a volte, possibile non avendo direttamente maestri giapponesi. Si tende ad occidentalizzare l’arte dell’ikebana e farla troppo simile ai nostri gusti per quanto sia previsto lo stile libero e l’espressione della propria personalità. Noi vogliamo essere sicuri di trasmettere agli allievi i giusti concetti e non una nostra interpretazione di essi.
Quando Mika ci disse che eravamo pronti per ricevere il livello non credevamo alle nostre orecchie né, sinceramente, ce lo aspettavamo.
Non so quanti diplomi prenderemo ancora, ma, come detto prima, per noi è importante lo studio serio di questa arte e rendere fiera la nostra insegnante perché non vorremmo mai deluderla.
Sinceramente non sappiamo come ringraziarla per tutto ciò che ci sta donando lungo la via dei fiori esperiamo di poter tornare presto a fare lezione dal vivo.
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