Skip to content

Luca Ramacciotti – Sogetsu Concentus Study Group

www.sogetsu.it

Monthly Archives: ottobre 2020

Questo tema che si studia al IV livello della Scuola Sogetsu credo sia uno dei più ostici e spesso travisati. Dobbiamo non visualizzare il materiale che abbiamo innanzi come del cibo (e per noi occidentali toglierci dalla mente le composizioni di “nature morte” o di Arcimboldo andando quindi per sottrazione nel fare il nostro lavoro) ed utilizzarli come se fossero rami e fiori realizzando un ikebana con essi. Con la differenza che i rami e i fogli si possono molto lavorare per dargli la forma voluta. Non vanno pensate, queste composizioni, come un morimono, ma come per questo, la frutta deve apparire intatta come se fosse da poco uscita dalla busta del supermercato. Quindi se noi andiamo a “lavorare” la frutta/verdura o a unirla con degli stuzzicadenti (attenzione però se il frutto poi sgocciola) queste cose visivamente NON si devono vedere. Niente frutta/verdura a fette o fettine o trasformata in una decorazione da aperitivo.

Possiamo sia utilizzare vasi sia non dipende dal lavoro che abbiamo in mente andando anche ad aggiungere rami o fiori a patto che non siano preponderanti su frutta/verdura che è il nostro tema principale.

Sinceramente è uno stile che mi ha sempre presentato complessità e problemi perché non è semplice da eseguire a meno di non curarci delle regole, ma allora che senso ha studiare una scuola? Ho infatti molto ammirato ed apprezzato la composizione di questo tema che la Master Instructor Misei Ishikawa ha creato durante la recente dimostrazione online da lei tenuta. Dovremmo sempre ricordarci il loro esempio quando ci accingiamo a realizzare un tema della scuola per cercare di non travisarlo.

Di recente su Facebook ho letto il seguente post che se da una parte mi ha fatto sorridere (per il testo) dall’altra ho ammirato la realizzazione.

Da qui l’idea di chiedere alle mie allieve che avevano già affrontato il tema a lezione e alle maestre del nostro gruppo di ideare degli ikebana utilizzando solo la frutta e verdura che avevano in quel momento a casa. Un compito che andava ad aggravare il già difficile tema (non che la precedente volta con questo tema ispirato alle opere del Maestro Giuseppe Carta avessi loro semplificato la vita…). Ringrazio coloro che hanno risposto alla chiamata e anche quelle che non hanno potuto per tutte le problematiche legate al momento. E’ sempre bello fare le cose in gruppo e prometto che per un po’ di tempo non le tedierò più con questa tipologia di ikebana 🙂

Silvia Barucci
Lucio Farinelli – Vaso di Sebastiano Allegrini
Composizione e vaso di Patrizia Ferrari
Chiara Giani – Vaso di Sebastiano Allegrini smaltato da Luca Ramacciotti
Composizione e vaso di Ilaria Mibelli
Luca Ramacciotti – Contenitore realizzato con i Lego
Daniela Bongiorno
Deborah Gianola – Vaso di Sebastiano Allegrini
Composizione e vaso di Silvia Pescetelli
Rumiana Uzunova – Vaso di Pots

Tag:, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Quando nell’ottobre del 2005 inizia a studiare l’ikebana Sogetsu lo feci più spinto dal fatto che la mia maestra di allora avesse parlato di scenografie in bambù (quelle realizzate dallo Iemoto Hiroshi per Turandot) che per un vero interesse per quest’arte a differenza di Lucio Farinelli che avrebbe poi condiviso il percorso di studio con me. Decisione migliore non l’avrei mai potuta prendere in realtà perché il mondo dell’ikebana mi ha permesso di conoscere persone meravigliose dedite all’arte e alla divulgazione della cultura per amore di essa e non del proprio “io”.

Soprattutto non mi sarei mai aspettato attraverso l’ikebana di imbattermi in molte realtà artistiche che sarebbero confluite in essa (dai profumi, alla moda, all’arte, al cibo) o in persone che avrebbero arricchito la mia vita.

Studiando ikebana è impensabile, ovviamente, non leggere i saggi sul Giappone, la sua storia, arte, credenze, usi e costumi. Come non pensare ai libri di Fosco Maraini, Rossella Marangoni, Aldo Tollini o Giangiorgio Pasqualotto? Però quando amici mi chiedevano un libro per capire concretamente chi fossero i giapponesi e come si comportassero nella quotidianità io consigliavo sempre il libro di Will Ferguson “Autostop con Buddha: Viaggio attraverso il Giappone”.

Poi per uno dei misteriosi intrecci del cammino ho avuto il piacere di imbattermi nel professor Luigi Gatti di cui ho scoperto in maniera colpevole in ritardo il suo libro: “Il cammino del Giappone – Shikoku e gli 88 templi” edito da Mursia. Mi dispiace per Ferguson, ma di qua in avanti consiglierò a tutti questo libro per comprendere un popolo, quello giapponese, che tanto ci affascina per (o anche) le sue molteplici contraddizioni. Inoltre ordinando il libro direttamente all’autore (luigigtt@gmail.com) sarà possibile riceverlo con una dedica (ideogrammi) in china.

Prima di tutto, cosa non da poco, Gatti scrive bene, molto bene. Il suo stile, apparentemente discorsivo e di memoria (ill ibro racconta il suo viaggio in quello che è il parallelo nipponico del Cammino di Santiago), in realtà ci accorgiamo ben presto che è profondo e le descrizioni dei luoghi, delle persone e dei sentimenti resteranno impressi in noi come delle cartoline che l’autore potrebbe averci inviato.

Un libro che ci arricchisce anche culturalmente con le molte nozioni che contiene e che mi hanno permesso di impare cose nuove su questa società che pare sorprenderci sempre senza sosta. Il libro corredato di foto e di un dizionario a fine testo lo consiglio a tutti coloro che amano il Giappone o ne sono incuriositi, ma anche a quelli che stanno per compiervi in un futuro (che speriamo non lontano) un viaggio perché anche se non visiteranno gli stessi luoghi avranno una panoramica di ciò che può aspettarli affrontando un popolo che dell’ospitalità ne ha fatto una questione di onore e condivisione. Nel libro ci sono anche dei momenti che mi hanno davvero colpito e commosso, ma che non scriverò qui per non rovinare la sorpresa. Alcuni mi hanno anche fatto sorridere per le strane combinazioni della vita visto che anche io sono stato a Santiago (ma non facendo il cammino), amo il Giappone e il fado.

Tutte le foto sono tratte dalla pagina Facebook o dall’account Instagram dell’autore.

Concentus Study Group

Tag:, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

In un anno che la mia generazione ricorderà con dolore devo dire che ci sono stati attimi di lenimento e di forza. La forza è stata nel credere nei rapporti interpersonali, nelle amicizie, in un possibile futuro di nuovo sgombero da nubi minacciose.

Se da una parte è difficile fare programmi a lungo termine è pur vero che la gente ha bisogno di distrarsi per cui noi abbiamo assistito ad un’impennata di iscrizioni di nuovi corsisti pur non riescendo a programmare se non mensilmente le lezioni dati i tempi incerti.

Per questo, con molta gioia, abbiamo seguito l’inizio del corso di ikebana a Firenze realizzato da Silvia Barucci ed Ilaria Mibelli. Dopo il corso che tenni anni fa io a Livorno, torna lo studio dell’ikebana Sogetsu tenuto da due maestre appartenenti ad un gruppo ufficiale della scuola con un programma canonico di studio. E non è facile fare attività del genere in questo momento sia per il distanziamento, sia per le sanificazioni o il lavorare costantemente con la mascherina, ma sarebbe da stolti tenerla sotto il mento. E’ più difficile parlare e spiegare con la mascherina, ma la salute prima di tutto.

Complimenti a Silvia e Ilaria e buon corso a tutti i loro allievi.

E a proprosito di allievi dobbiamo fare i complimenti ad una nostra. Oggi sono usciti i vincitori del concorso Sogetsu che questa volta ha avuto uno svolgimento diverso dal consueto. Il bando recitava così:

“The Everyone’s Sogetsu Ikebana Exhibition”is a unique program that takes place on Facebook where anyone is able to participate regardless of their qualifications, as long as they learn Sogetsu Ikebana or love Sogetsu Ikebana. For our 9th exhibition, we put the special theme,“Ikebana at home!”By the outbreak of OCID-19, our normal life is disturbed and many of us are forced to stay home, to stay safe. Now it is time to turn our eyes to our own nest and have a try to make the best of it. This time again, we are greatly looking forward to receiving applications from all around the world. Any applications from children are also more than welcome. You can try to win the Ikeru-chan Prize! 🙂

Qualification: Anyone
Acceptance period: Sunday, April 19th, 2020 to Tuesday, June 30th, 2020 (Japan time)
Display period: Scheduled to be posted at any time from April 27th (Mon.), 2020.
Fee: Free
Theme: Ikebana at home!”

Il tema ci ha subito entusiasmato, ma eravamo ancora chiusi tutti in casa causa pandemia. Cosa fare? Se è vero che durante la quarantena noi non ci eravamo mai realmente fermati realizzando ikebana con quel che avevamo in casa o in giardino o sul terrazzo, al concorso dovevamo, come tema, mandare qualcosa che desse l’idea di un ikebana ambientato in casa, quindi niente sfondi anonimi. La prima difficoltà era rimediare il materiale vegetale, la seconda che se sei in due persone in un appartamento ti devi ingegnare per mostrare angoli della casa diversi come se fossero due abitazioni differenti. Dato il tema e il momento particolare inoltre volevamo esprimere la gioia nel fare ikebana, la bellezza dei fiori. Dovevamo mostrare come in anni di studio l’ikebana avesse cambiato il nostro approccio alla natura che, in quel momento di reclusione, pareva tanto distante. Un impegno difficile, secondo me, per i maestri, figuriamoci per degli allievi. Impensabile per chi non aveva studiato ikebana perché l’arte non si impara per osmosi. Però siccome per noi il gruppo è importante ci siamo organizzati facendo lezioni via zoom alle allieve che volevano una guida per gli ikebana. Abbiamo anche deciso, per la prima volta, di apporre sulle foto il nostro logo per distinguerci da gruppi non ufficiali e i loro allievi comparsi all’occasione.

I nostri animi erano sospesi tra la paura, la trsistezza e la speranza per cui posso comorendere le parole della Iemoto Akane Teshigahara riportate sul sito della scuola:

I remember when we began accepting applications for this exhibition in April 2020, while the state of emergency was declared in Japan, and every day was filled with a tense atmosphere.
As the novel coronavirus raged throughout the world, it was a time where it was difficult for people to freely go out and meet with others.
To be honest, I was not sure whether we would be able to receive any applications in such a situation.
However, that fear proved to be completely unfounded.
I could see everyone enjoying arranging flowers from the works that were submitted, and I can’t tell you how encouraging it was for me to see them.
I’m very proud of everyone who has kept the belief that “I still have ikebana” in spite of all the adversity.

Also, we selected the theme of “Ikebana at Home!”, I was greatly impressed with the inspiration and sense which shone through in each applicant’s work, and there were some works that made me smile at their originality.
I’m sure that you must have thought long and hard about what kind of flowers you would like to see in your home and where you would like to see them.
Various designs of furniture, numerous types of living rooms, kitchens, and gardens.
The atmosphere varies from country to country, and there are as many “places” as there are people who create ikebana works.
It must be one of your most enjoyable experiences to catch a glimpse of the lifestyles of fellow ikebana students.

An attempt to enrich your home with flowers will first of all ease the hearts of those arranging the ikebana works, and also bring peace of mind and joy to those who live with them.
And if you post your work on social media, you may be are encouraging someone else somewhere in this wide world, even if you don’t know it.
Every country faced the threat of COVID-19 at almost the same time, and people were more empathetic and encouraging than ever before across borders.
With the synergistic effect of arranging flowers, I hope you will continue to enjoy a wonderful time at home.

Iemoto Akane Teshigahara

Il primo ikebana da me eseguito fu proprio con alcune cose trovate nel giardino condominiale qui a Roma, poi il miracolo. La riapertura del Mercato dei Fiori e uno dei nostri fornitori, Edoardo Middei, che ci porta a casa il materiale che lui aveva a disposizione. Ero commosso fino alle lacrime nel poter rivedere i fiori, sentirne il loro profumo, la fine pareva vicina. Quindi ci siamo dati tutti da fare nel cercare di esprimere il massimo della felicità attraverso i nostri lavori. Non volevo che i lavori nostri dessero l’idea di qualcosa di figo o artefatto, ma che esprimessero la gioia nel poter fare ikebana, nel poter riabbracciare dei fiori, nel metterli in evidenza nascondendo il nostro ego. Anche perché credo, a qualsiasi livello si sia, c’è sempre da imparare. Non avrei mai la presunzione di sentirmi arrivato o pensare di poter migliorare i miei allievi, a loro indico quello che a me è stato insegnato, ma cerco sempre di far sì che la loro personalità venga fuori, che non siano fotocopie, che loro mettano impegno e amore nello studio di quest’arte. Non si devono sentire parte di un club esclusivo, ma persone che studiano un’arte utilizzando il miglior mezzo espressivo che la stessa natura ci dona.

Per cui i complimenti vanno in primis ad Ursula Altenbach per aver vinto il primo premio di “The 9th Everyone’s Sogetsu Ikebana Exhibition on Facebook “Ikebana at Home!”, ad Odile Carton e Kohan Kamiichi il II premio, ma soprattutto alla nostra allieva Rumiana Uzunova anche essa classificata seconda!!! Come le ho detto stamani deve però considerare questo premio come uno stimolo per migliorarsi, non un premio di bravura, ma conoscendola so già che questo mio avvertimento non era necessario.

Prima di lasciarvi alle foto di tutti gli ikebana con cui abbiamo partecipato ci tengo a fare un riassunto di questo prestigioso premio.

草月みんなのいけばな展 Everyone’s Sogetsu Ikebana Exhibition (IV Edizione): Golden Moon Prize – Luca Ramacciotti

草月みんなのいけばな展 Everyone’s Sogetsu Ikebana Exhibition (V Edizione) – 90 Anniversario: Magazine Prize – Silvia Barucci e Anne Justo

草月みんなのいけばな展 Everyone’s Sogetsu Ikebana Exhibition (VIII Edizione): Golden Moon Prize – Silvia Barucci. Silver Moon Prize – Deborah Gianola

草月みんなのいけばな展 Everyone’s Sogetsu Ikebana Exhibition (IX Edizione): Silver Moon Prize – Rumiana Uzunova

Patrizia Ferrari

E questo è l’ikebana che ha vinto il secondo premio con la seguente motivazione: Iemoto’s Comment〉
The fact that this work is composed entirely of Chinese peony, and that the volume of flowers is used to create a captivating effect, giving a sense of dignity. The artwork in the background and the unique shape of the vase, each of which has its own personality and seems difficult to connect in the same space, blend naturally with each other. It’s probably due to the proper distance from the artwork as well as the good choice of the vase and flower materials.

Concentus Study Group

Tag:, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: