Monthly Archives: ottobre 2019
28/10/19 -9
Mancano 9 giorni all’evento Sogetsu internazionale dell’anno.
No non ho sbagliato i conti perché prima della dimostrazione presso l’Istituto Giapponese di Cultura Mika Otani sensei parteciperà ad un evento esclusivo nell’essential store di Campomarzio70 dove il Concentus S.G. sarà presente con una mostra a partire da lunedì 4 novembre.
Per l’occasione saranno presentati i profumi della Floraiku maison che ha linee dedicate alla Cerimonia del Tè, Alla cerimonia degli incensi e all’Ikebana. Il 7 sera Mika Otani sensei parlerà ai presenti di cosa sia il mondo dell’ikebana. Siamo felici di rappresentare la scuola Sogetsu in un contesto di così alto livello ed eleganza.
Dato che quest’anno ricorre il centenario della Bauhaus il maestro Lucio Farinelli ha ideato un logo che caratterizzerà l’evento.
Partendo dall’idea della bandiera Giapponese Lucio è andato a creare un motivo con i colori del logo del Concentus S.G. che richiamasse stilisticamente le opere di Kandinskij di cui ricordiamo il saggio “Punto, linea, superficie” dato che uno dei temi del workshop di domenica 10 novembre tenuto da Otani sensei sarà proprio (Linea, massa e colore).
Pubblicamente ringrazio il maestro Farinelli perchè questa estate tra le mie tournée in Belgio e in Giappone si è sobbarcato tutta l’organizzazione e coordinazione (comprese le cene post giornate per stare tutti assieme) come ringrazio la nostra grafica Silvia Barucci per aver realizzato le due stupende, eleganti e professionali locandine (dimostrazione e workshop).
Quindi per noi inizia il conto alla rovescia e si stanno finalizzando e limando le ultime necessarie cose (nel frattempo io farò anche un salto in Montenegro sempre per lavoro).
Credo che ci aspetterà una settimana piuttosto impegnativa e stancante, ma ricca di accrescimento, di cammino lungo la via dei fiori e ringrazio tutti i membri europei della Sogetsu che saranno in questo cammino con noi.
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20/10/19 Senza tecnica ben eseguita non è ikebana
Spesso sui social si vedono foto tipo questa
magari con l’aggiunta di un rametto storto grazioso. Ecco sappiate che non sono ikebana “veri”. Sono fiori messi con più o meno grazia in un vaso.
Sempre più si ha l’assioma che fiori storti in un vaso (magari con l’imboccatura stretta che aiuta a inzeppare meglio il materiale) o messi strani in automatico sia un ikebana.
Recentemente il sottoscritto e il maestro Farinelli abbiamo preso lezione in Giappone dalla maestra Kosa Nishiyama e, soprattutto, abbiamo chiamato Mika Otani sensei a tenere un workshop in Italia, proprio per la raffinatezza e l’apparente “semplicità” dei loro ikebana (anche quando fanno grandi installazioni). Ogni elemento al proprio giusto in un equlibrio di forme, colori, movimento. Perché più l’ikebana è impapocchiato e più è palese che si cerca di nascondere magagne tecniche.
L’ikebana deve dare idea di movimento, vita, di liberarsi leggero dal contenitore in apparenza tenuto dal “nulla”.
Nella scuola Sogetsu ci sono due tecniche principali di ancoraggio, talmente importanti che sono tema di ripasso nell’anno in cui si studia da maestri:
Tate-no-Soegi-dome
e Juminji-dome
Sono due tecniche che all’allievo, inizialmente, pongono davvero delle difficoltà, ma la soluzione per sconfiggerle è semplicemente allenarsi di continuo.
E non come faceva una mia ex allieva che se li preparava tutti prima e li usava senza mai prepararli di volta in volta perché prima di tutto il legno secca e perde l’eleasticità necessaria e poi perché se non ci si allena… bè le conseguenze sono ovvie.
So che a lezione io sono molto insistente su questo argomento e mi irrito con quell’allievo che sopravvaluta la cosa, ma è un po’ come pensare di costruire un palazzo senza sapere le nozioni necessarie.
Questo perché, e mi ricollego al discorso iniziale e alla foto da me fatta nel vaso bianco in maniera volutamente esagerata, appunto spesso si crede che fare ikebana sia solo mettere in modo carino dei fiori in un vaso e possibilmente inclinati (più inclini più pare ikebana?).
(Ikebana di Rumiana Uzunova – foto e vaso di Luca Ramacciotti)
(Ikebana di Deborah Gianola – foto e vaso di Luca Ramacciotti)
Porto come esempio di queste tecniche di ancoraggio del materiale due ikebana che hanno eseguito ieri a lezione due allieve (IV e III livello) per spiegare meglio il concetto.
In entrambi gli ikebana prima di tutto si vede parte dell’imboccatura del vaso vuota e questo dà spazio e slancio vero (senza dove inclinare il materiale per suggerirlo) al lavoro.
Inoltre il materiale pare sgorgare tutto assieme da un unico punto e si “collega” senza sembrare un vicino con poco spazio perché inficcato nel vaso assieme ad altri rami/fiori/foglie.
Quindi con uno stesso vaso a seconda del tema e la forma che daremo al nostro lavoro useremo una delle due tecniche.
Questo se vogliamo fare veramente ikebana.
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16/10/19 Mika Otani in Italia
Come anticipato in un precedente articolo la maestra Mika Otani sarà a Roma (unica tappa europea) venendo per la prima volta in Italia per tenere una dimostrazione pubblica e un workshop (e non solo questi due eventi, ma non voglio anticiparvi tutte le sorprese).
Per volere della stessa insegnante il workshop sarà aperto a tutte le scuole e non solo agli allievi e maestri della Sogetsu realizzando così il mio sogno di veder tutte le scuole collaborare assieme.
Mika Otani sensei terrà una dimostrazione pubblica presso l’Istituto Giapponese di Cultura patrocinato dallo stesso e dall’Ambasciata del Giappone in Italia e questo ci rende molto onorati e felici.
Ospitando un tale insegnante siamo davvero lieti di poterle far fare la dimostrazione in una sala prestigiosa come quella dell’Istituto a cui invitiamo tutti appassionati, amici o semplicemente curiosi.
Siamo oltresì onorati che degli artisti ci presteranno dei loro manufatti per la dimostrazione (ma anche su questo al momento lascerei un poco di mistero al momento).
La sera precedente questo evento ce ne sarà un’altro e per ora posso solo dire che sarà piuttosto… profumato.
Il workshop ha un’affluenza di numero notevole per il nostro gruppo che ci vedrà impegnatissimi ad accogliere e coccolare tutte le persone che arriveranno da:
Norvegia
Svezia
Finlandia
Danimarca
Regno Unito
Paesi Bassi
Francia
Svizzera
Germania
Russia
e dal Nord Italia la presenza degli amici della scuola Wafu!
Ormai manca più poco tempo e il programma del workshop (e relative cene perché non viviamo solo di studio, ma anche di convivialità) è già delineato, ma siamo tutti in fibrillazione per questo imperdibile evento di crescita lungo la via dei fiori.
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12/10/19 Ore giapponesi – 5
In attesa che il tifone n° 19 passi e si possa partire per l’Italia, scrivo le ultime righe su questo viaggio giapponese.
Prima di lasciare Kyoto con il maestro Farinelli ci siamo recati (era la seconda volta per entrambi) alla sede dell’Ikenobo.
Credo sia un luogo che ogni studioso di ikebana dovrebbe visitare se si reca in Giappone. Ci siamo tornati perché stando a Kyoto era, per noi, doveroso rivedere dove tutto ebbe inizio.
È stata poi la volta di continuare la visita di questa splendida città inseguendo le via del Cha no yu (Chadō).
Abbiamo quindi visitato il tempio Kodai-ji sia per l’esempio dell’architettura della casa da tè di Sen-no- Rikiū
sia perché il tempio è dedicato a Toyitomi Hideyoshi.
Successivamente ci siamo recati al Kinkaku-ji (uno dei luoghi che prediligo a Kyoto assieme al giardino karesansui del tempio di Ryoan-ji) assieme all’amico ed artista floreale Hanayushi Takaya sia per rivedere questo luogo al di là della bellezza e del tempo sia per rigurdare e studiare un tokonoma di cui aveva parlato il dott. Aldo Tollini durante una conferenza all’Orto Botanico di Roma.
Lasciata Kyoto, dopo una rilassante visita a Nara (dove in pratica ho abbracciato tutti i cervi) ci siamo recati ad Osaka, ultima tappa di questo lungo viaggio.
Qui ci attendeva la sorpresa più grande di tutti: essere riconosciuti in metropolitana.
Si trattava di Naoyuki Orita un nostro contatto di Instagram e anche lui studioso di ikebana Sogetsu (è davvero molto bravo). È bello quando un contatto virtuale diviene finamente reale.
Essere riconosciuti ci ha fatto naturalmente piacere, ma senza montarci la testa perché si sa la grandezza personale è sempre soggettiva 😁
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06/10/19 Ore giapponesi – 4
Lo scorso 10 novembre, durante il suo soggiorno romano, ci era venuto a trovare, mentre facevamo lezione di ikebana, il Maestro Akihiro Mashimo che da più di venti anni si occupa e studia un materiale molto diffuso in Oriente ovvero il bambù.
Quando ha saputo che il sottoscritto e il maestro Lucio Farinelli si sarebbe stati in Giappone ci ha chiesto se volevamo visitare il suo atelier a Kameoka e ovviamente la risposta è stata positiva.
Mio nonno diceva sempre: “Chiesa piccola devozione piccola, chiesa grande devozione grande. Non si impara nelle piccole chiese.” – e memore di questo monito quando posso per imparare mi rivolgo sempre ai massimi insegnanti.
Certo né io, né Lucio ci saremmo mai aspettati l’ospitalità massima di cui siamo stati oggetti, anzi un poco eravamo in imbarazzo per come un tale grande maestro (i suoi lavori sono richiesti in tutto il mondo, ci ha fatto vedere un suo manufatto che ora andrà a Taiwan) ci ha trattato, noi che siamo ancora in fase di crescita.
Il maetro Mashimo ci attendeva alla stazione e ci ha accompagnato in macchina al suo atelier dove abbiamo fatto la conoscenza del suo assistente Gota Mishima.
Il maestro ci ha portato nel suo immenso laboratorio (una casa!) dove ci ha illustrato alcuni manufatti, ma soprattutto tutte le tipologie di bambù spiegandoci origine, nome e come capirne l’età.
Ci ha mostrato utensili e come diceva lui ci sottoponeva ad un challenge ovvero ci chiedeva di provare le tecniche che ci aveva illustrato.
Un’esperienza davvero incredibile ed irrepetibile.
Ma la sua ospitalità non si è fermata a questo.
Avendo saputo che a Lucio piacciono i cosmos, ci ha portato in un campo di cosmos immenso dove le persone passeggiano e fanno picnic. Che dire! Un trattamento generosissimo che mai avremmo potuto immaginare. Proprio vero che i più grandi son sempre gentilissimi e pronti a divulgare arte e cultura.
Purtroppo il tempo nostro a disposizione stava per scadere e a malincuore ci siamo salutati, ma ci rivedremo presto.
Tra poco verrà in Italia, ma di questo ne riparleremo a tempo debito.
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06/10/19 Ore giapponesi – 3
Dopo aver preso lezione di ikebana da Mika Otani al maestro Farinelli e al sottoscritto attendeva un altro importante appuntamento. Avevamo chiesto una lezione alla maestra Kosa Nishiyama, ma non ci sarebbe mai aspettati che avremmo avuto come spazio il tokonoma della scuola né che avremmo avuto una specie di workshop con tanto di dimostrazione.
I temi proposti dall’insegnante erano “tsubo vases” e “simple arrangement”.
Già entrare nella scuola per me è sempre fonte di una certa emozione, fare una tale lezione nel cuore del kaikan ancor di più.
La maestra e la sua assistente ci attendevano ed è iniziato l’incontro con la spiegazione di una tecnica particolare da utilizzare con gli tsubo. Un dono davvero prezioso.
(Ikebana di Kosa Nishiyama – foto di Luca Ramacciotti)
Molto interessante anche la distinzione tra “simplified arrangement” e “simple arrangement”.
(Ikebana di Kosa Nishiyama – foto di Luca Ramacciotti)
Dopo le spiegazioni la scelta dei vasi e dei materiali da parte nostra.
(Ikebana di Lucio Farinelli – foto di Luca Ramacciotti)
(Ikebana e foto di Luca Ramacciotti)
La maestra è stata davvero prodiga di consigli e suggerimenti con la classe e l’eleganza che distingue lei e i suoi raffinatissimi ikebana.
(Ikebana di LucioFarinelli – foto di Luca Ramacciotti)
(Ikebana e foto di LucaRamacciotti)
Sentirsi dire che ho un forte feeling con il materiale e che ho un grande senso dello spazio mi ha fatto davvero molto piacere, ma so che devo studiare ancora molto.
Al maestro Farinelli un grande complimento: è stato più giapponese dei giapponesi.
Un’esperienza incredibile ricca di insegnamenti e pathos per cui ringraziamo la maestra Nishiyama e un grazie anche per il suo caloroso post su Facebook ed Instagram.
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05/10/19 Ore giapponesi – 2
Il direttore della scuola Ichiyo, il maestro Naohiro Kasuya, mi aveva notificato lo scorso febbraio che ad ottobre presso Takashimaya a Nihonbashi si sarebbe tenuta una mostra di ikebana organizzata dall’Associazione Geijyutu Kyikai e quindi con il Maestro Farinelli decidemmo che dopo il mio lavoro a Nagoya si sarebbe andati prima a Tokyo e successivamente a Kyoto (dove oltre al turismo ci stanno attendendo due piacevoli incontri). Il signor Kasuya è stato veramente gentilissimo nell’inviarmi ogni informazione e soprattutto ho avuto l’onore di incontrarlo alla mostra e di parlarci.
Alla mostra ho incontrato anche l’amica Akie Maemori che non vedevo da un anno e mi ha aggiornato sulla sua attività di costumista e, soprattutto, ci ha aiutato a comprendere le didascalie in giapponese.
Qui metto alcuni degli innumerevoli ikebana presenti e mi scuso della scarsa qualità, ma sono fotografie fatte con lo smartphone, non ho avuto ancora la possibilità di scaricare sul pc le foto fatte con la reflex.
Akie ci ha aiutato anche a conversare con alcune maestre giapponesi presenti che volevano sapere di noi.Ci siamo poi recati al Ginza Six dove l’insegnante Mika Otani ha fatto un ikebana ispirato ai prossimi giochi olimpici.
Tokyo è stato anche fonte di piacevolissimi incontri.
Il prmo con la maestra Eiko Arai; siamo rimasti confusi ed onorati non solo dalla possibilità di incontrarsi, ma da tutti i doni ricevuti. Una bellissima ed interessante chiacchierata.
Poi abbiamo incontrato lo staff della Sogetsu per parlare dell’attività italiana e scambiarci punti di vista. E’ sempre bello stare con le persone con cui, solitamente, si parla solo per mail.
Un altro piacevolissimo incontro è stato con un giovanissimo maestro di ikebana che io credo davvero molto talentuoso ed innovativo: Masaaki Ozono.
Con lui, oltre ad un’ottima cena kushi abbiamo visto un-interessante mostra di Daisuke Shimura e Amazing Jiro e lo ringrazio, oltre per lo scambio di opinioni sull’ikebana Sogetsu e i doni, per avermi fatto conoscere questi due particolari artisti.
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04/10/19 Ore giapponesi – 1
A differenza dello scorso anno, il maestro Lucio Farinelli mi ha raggiunto al termine del mo incarico di Direttore di palco per la Madama Butterfly andata in scena innanzi al castello di Nagoya.
Scopo del suo viaggio era di andare assieme a Tokyo per incontrare Mika Otani ed altre persone del mondo dell’ikebana Sogetsu (sia ikebanisti sia il personale degli uffici della sede principale della scuola).
Come sa chi ci segue tra un mese Mika Otani sarà in Italia su nostro invito e terrà un’esclusivo workshop non essendo programmate altre date europee. Sarebbe impensabile perdersi una tale occasione e infatti abbiamo partecipanti di ogni nazione europea.
A Tokyio avamo appuntamento con Otani sensei nel suo atelier di Omotesando per una lezione inerente l’uso dei mizuhiki sia nella forma classica sia moderna. Otani sensei ha due atelier, uno appunto in questo atelier (un ambiente decisamente molto old style giapponese) ed un altro più “moderno” a Roppongi.
Ci ha fatto molto piacere incontrare le allieve di entrambi i gruppi ed avere una lezione con lei.
(Ikebana di Lucio Farinelli – foto di Luca Ramacciotti)
(Ikebana e foto di Luca Ramacciotti)
Mika Otani è davvero talentuosa e lo dimostra il successo che sta avendo in Giappone, ma soprattutto durante le sue lezioni si respira un’aria di felice condivisione.
Questo modo di fare a me piace molto perché credo ci debba essere un interscambio “energetico” tra insegnante e allievo, ma senza la paura dello “sbaglio”. Sarà che a me i titoli non interessano (e infatti il mio gruppo per scelta rimarrà sempre uno Study Group), ma preferisco dedicarmi realmente allo studio e alla divulgazione di questa arte e vedere il lavoro del nostro gruppo apprezzato ed elogiato per me è tanto fonte di gioia quanto di sprone a migliorarci continuamente (o almeno ci si prova).
La sera dopo eravamo invitati a casa sua dove ci attendeva un vero e proprio banchetto di ottima cucina giapponese accompagnato con dell’eccellente sakè e la birra.
Una serata rilassante dove abbiamo raccontato la nostra storia di ikebanisti, abbiamo piacevolmente parlato di come vediamo la scuola Sogetsu, i suo rapporti con l’arte moderna e di… Godzilla.
Mika e suo marito sono stati perfetti anfitrioni e non vediamo l’ora che Mika Otani arrivi a Roma.
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