5 aprile 2019 Contaminazioni artistiche
A dicembre quando collaborammo per la prima volta con l’artista Caterina Vitellozzi nacque un progetto tra me e lei. Anzi per la precisione si ideò due progetti. Il primo lo inventò il maestro Lucio Farinelli ovvero di fare una lezione speciale con le maestre del nostro gruppo (incontro a cui io purtroppo mancherò essendo in Cina per lavoro) e poi invece uno strettamente legato a me e Caterina.
Se del secondo ne parlerò appena rientrato dal viaggio in Cina eccovi la risoluzione della prima idea.
Parlai del progetto al maestro Sebastiano Allegrini che mi consigliò su come svolgerlo, realizzarlo e smaltarlo.
L’idea era di due contenitori diversi per forma, smaltatura e texture da proporre poi a Caterina.
Il primo sarebbe stato più “semplice” rispetto al secondo dato che era destinato a Caterina e avrebbe potuto usarlo anche come contenitore di oggetti, svuotatasche e non solo come vaso. Con il maestro Allegrini si decise la forma e l’incavo che avrei dovuto fare (e come) per poi permettere alla mosaicista di inserire le tessere.
Il secondo lavoro invece nasce proprio come progetto di vaso per ikebana Sogetsu.
Per realizzarlo il maestro Allegrini mi fece utilizzare un’argilla mista a sabbia che, per me alle prime armi, è sempre difficile da manipolare perché facile alla rottura, ma che presenta una texture davvero interessante. Proprio per questo motivo fu deciso che questo vaso non sarebbe stato smaltato, per lasciarne la “nuda” natura a differenza di un precedente lavoro dove la particolare smaltatura era stata effettuata dallo stesso maestro Allegrini. Passai solo della cristallina interna per essere sicuro sull’impermeabilità del vaso (non avendolo smaltato) anche se durante il montaggio delle varie lastre avevo inserito dei colombini per sicurezza.
In entrambi i casi il maestro Allegrini mi consigliò di usare due facce delle quattro del vaso per i mosaici in modo da non appesantire il tutto e renderlo più movimentato ed artistico.
Alla mosaicista poi il compito di “completarli”.
La Vitellozzi usa tessere composte da pasta vitrea, vetro, oro per dare varie tonalità di effetti ai suoi particolari lavori.
Non le ho minimamente chiesto come avrebbe operato e quali colori scegliere perché quella era la parte riservata a lei e si doveva sentire libera creativamente di esprimersi come meglio avrebbe ritenuto.
E il risultato lo vedete qui.
Sinceramente è andata oltre le mie più rosee aspettative nobilitando artisticamente il mio lavoro. Ha fatto dei capolavori.
Grazie a Caterina e Sebastiano per avermi aiutato in questo progetto!
Pasta vitrea e smalto veneziano
Pasta vitrea, oro bizantino e vetro
Caterina Vitellozzi ha portato anche altre possibilità di utilizzo del mosaico come “vaso”.
Travertino, vetro su malta armata
Travertino, vetro e oro bizantino
La fortuna di conoscere artisti talentuosi e generosi permetet la mia crescita. Grazie di cuore!
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Permalink # Il sentiero di tessere e fiori | Luca Ramacciotti - Sogetsu Concentus Study Group said
[…] del mosaico Caterina Vitellozzi, con cui avevamo già avviato una bella collaborazione in due occasioni, ha apeto il suo atelier al Maestro Lucio Farinelli, alle due maestre della Toscana Silvia Barucci […]