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Luca Ramacciotti – Sogetsu Concentus Study Group

www.sogetsu.it

Monthly Archives: marzo 2015

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Le Déjeuner sur l’herbe (Lucio Farinelli, Giuseppe Cesareo, Anne Justo)

Fare ikebana è anche condividere una giornata di sole (la prima dopo lungo tempo) assieme agli amici. Giudeppe Cesareo ha avuto la bella pensata di trascinarmi al laghetto dell’Eur dove ogni anno si celebra l’Hanami versione romana. Con me c’erano anche Lucio Farinelli e Anne Justo.

Per quanto i ciliegi siano ancora leggermente in ritardo abbiamo potuto assaporare il loro fascino circondati da persone che facevano picnic ed alcuni esponenti del cosplay.

Il profumo delle piante ci circondava e il sole caldo conciliava il post pranzo tra piacevoli chiacchierate e passeggiate lasciando lontani i pensieri quotidiani. Sicuramente un’esperienza da ripetere con tutte le allieve preparandoci all’evento convivialmente come è nella nostra tradizione di maestri, allievi, ma soprattutto amici.

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Questi fiori di ciliegio
hanno riportato al pensiero
tante memorie.

(M. Bashō)

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IMG_4697-2a(Simplified Arrangement. Vaso realizzato durante la lezione di ceramica con il maestro Sebastiano Allegrini.

Vase made during ceramics lesson with Sebastiano Allegrini)

Non di soli fiori vive l’ikebanista ed oggi, prima di tener lezione di “Arti sceniche” presso il Conservatorio di Livorno, mi son ritrovato seduto ad un comodo tavolino in compagnia di Rosaria ed Evi Lenti le mie ospiti livornesi che mensilmente mi accolgono nella loro sede di Oriente per le lezioni di ikebana (oltre alle numerose discipline che si svolgono in quel luogo).

Tra pesci fritti e pasta si chiacchierava del motivo per cui ci avviciniamo alle arti, alle nostre peculiarità caratteriali che ci spingono al di fuori di certi binari per affrontare nuovi sentieri.

Già le varie arti di per sé non son di facile approccio, quelle orientali impongono anche un’ottica a noi estranea.

In un mondo dove si ricerca la sovrabbondanza visiva, noi si insegue l’essenzialità.

Regole su regole su regole per poi spiccare il salto verso la creatività più assoluta.

Per far ciò ci vuole tantissimo impegno da parte di chi organizza, sia mentale sia fisico che economico.

Se l’allievo da par suo ha un impegno sia di tempo sia economico chi organizza deve pensare a tutto ciò che può rendere piacevole od interessante la lezione, senza alcun intoppo.

Per cui non si lesina sulla sala (evitando tavoli o tovaglie di plastica o tavolini di dimensioni microscopiche), materiali sempre nuovi, interessanti, e si cerca di imparare pure a fotografare (per cui serve un angolo apposito).

L’allievo comprende tutto ciò? Sì se ha una certa sensibilità (per cui è giunto nel luogo giusto), no se pensa di esser lì a fare centri tavola, non ascolta le correzioni o guarda i materiali usati da altri senza comprendere che non esistono materiali belli o brutti, poveri o pregiati e che il maestro li sceglie con sapienza ed esperienza, non a casaccio.

Si imparano concetti come vuoto, asimmetria, movimento, creatività, stile libero, dovremo comprendere quanto e quando sfoltire un materiale, si affronta un nuovo mondo. Con un passo alla volta godendoci il cammino e il panorama che ci circonda.

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21032015-IMG_1447(da sinistra Rosanna Lari, Ilaria Mibelli, Silvia Barucci, Nicoletta Barbieri,

Rosaria Lenti, Luca Ramacciotti, Ivana Bosimini)

Durante l’odierna lezione di ikebana a Livorno c’è stata la consegna dei certificati di II livello (ci vogliono circa tre mesi prima che siano pronti) e per l’occasione è tornata a trovarci Ivana che per motivi indipendenti da lei ha dovuto sospendere (per il momento) lo studio dell’ikebana.

Ritrovarci tutti assieme è sempre bello perché l’ikebana è stata la base di una bella conoscenza di persone ed un affiatamento non indifferente.

Non si studia tanto un’arte per “farlo”, ma per una crescita, una comunicazione, affrontare anche sfide mentali e manuali.

Nel momento in cui si crea il mondo circostante va a scomparire, si riflette su quello che si sta compiendo senza mai perdere di vista il rispetto verso il materiale che stiamo adoperando il cui compito, da parte nostra, è dargli il massimo risalto.

E sembra ieri di aver iniziato assieme a loro questo percorso mentre stiamo già per chiudere, nei prossimi mesi, il III livello.

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E’ innegabile che nel mondo attuale l’immagine sia divenuto il modello con cui sempre rapportarsi e che i social network ormai abbiano rivestito un’importanza rilevante nella vita quotidiana.

Non voler accettare questa realtà significa solo rimanere legati a modi di pensare inutilmente vetusti e non accettare la realtà o faticare nel doversi adeguare a dei mezzi espressivi in continua evoluzione. Ormai non è più quello che ci piace, ma quello che è necessario per comunicare.

Se facciamo arte è per comunicare, o almeno io così la intendo. Se è solo per darsi importanza sciorinando titoli da maestro bè lì il discorso cambia.

In questa ottica ho cercato di carpire i segreti e le tecniche da amici fotografi per poi piegarle all’ikebana dato che come la fotografa chi lo crea è ben differente da come eseguirebbe lo stesso scatto un fotografo.

Per questo ho sempre coinvolto le allieve in workshop fotografici. Non è tanto importante la qualità del mezzo fotografico (parlo di macchine non di smartphone o di tablet), quanto saperlo gestire e crearsi un piccolo spazio (anche alla bisogna) in casa.

Quindi con molto piacere ho accolto l’idea di Oriente ASD (Oriente), associazione presso cui tengo il corso di ikebana in Toscana, nel voler realizzare un workshop incentrato sulla fotografia non solo di ikebana, ma shodo, bonsai e suiseki.

Un pomeriggio in compagnia del maestro Cesareo che metterà a disposizione dei partecipanti la sua esperienza maturata anche nel campo dell’ikebana grazie a tutte le manifestazioni a cui il gruppo romano, capitanato dal sottoscritto e da Lucio Farinelli, lo ha spesso avuto come ospite.

Un’occasione quindi imperdibile per aggiornarsi, crescere imparando nuove cose perché l’arte è evoluzione e rivoluzione. Le mummie erano solo nell’antico Egitto.

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Nella gestione dei corsi artistici ci sono alcuni problemi che si presentano costantemente, il non capire che per chi insegna quello non è uno hobby, ma parte della propria anima e il gruppo di allievi che allargandosi tende a sfaldarsi. Per fortuna le mie allieve di ikebana invece più crescono di numero e maggiormente  c’è coesione tra di loro. Anzi addirittura c’è amicizia e rispetto tra quelle del corso di Livorno e di Roma.

Un altro “pericolo” è che quando un evento viene bene, ripeterlo si rischia di far “rimpiangere” il precedente. Per fortuna non è stato il caso di questo II workshop di ceramica grazie al maestro Sebastiano Allegrini che oggi ha messo nuovamente il suo laboratorio a nostra disposizione oltre al suo sapere.

Divisi in due gruppi di dieci partecipanti ciascuno abbiamo nuovamente affrontato la tecnica del colombino come nel precedente workshop di novembre (Lungo il cammino dei fiori l’incontro con la ceramica). La realizzazione comprendeva un vaso alto, ma con differenti rifiniture.

E come per la scorsa volta lascio siano le foto a parlare e soprattutto già si è innescata l’idea di un prossimo lavoro assieme per continuare la nostra crescita collettiva senza mai fermarsi o perdere l’entusiasmo… e di questo trovate notizia al termine dell’articolo.

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© fotografico di Lucio Farinelli

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© fotografico di Lucio Farinelli

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© fotografico di Lucio Farinelli

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© fotografico di Lucio Farinelli

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© fotografico di Lucio Farinelli

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© fotografico di Lucio Farinelli

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© fotografico di Luca Ramacciotti

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© fotografico di Luca Ramacciotti

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© fotografico di Luca Ramacciotti

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© fotografico di Luca Ramacciotti

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© fotografico di Luca Ramacciotti

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© fotografico di Luca Ramacciotti

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© fotografico di Luca Ramacciotti

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© fotografico di Luca Ramacciotti

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© fotografico di Luca Ramacciotti

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© fotografico di Luca Ramacciotti

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© fotografico di Luca Ramacciotti

e prossimante……

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SebastianoIIworkshop

L’Ikebana Sogetsu incontra per la seconda volta il mondo della ceramica grazie al maestro Sebastiano Allegrini che ancora una volta apre le porte del suo laboratorio/bottega.

Pots, via in Selci, 64 nel cuore della Roma antica vedrà gli allievi di ikebana ed amanti della ceramica confrontarsi con questa particolare arte così legata al mondo dell’ikebana dopo il successo riscontrato con il workshop di novembre.

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In collaborazione con Ikebana International e l’Associazione Arti Floreali incontreremo Antonio Viglietto esperto di giardini giapponesi che ce ne illustrerà peculiarità e storia

prima di una visita pratica al giardino da lui stesso realizzato (vedi locandina sottostante).

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31maggio

L’incontro tra chi fa ceramica e l’ikebana o l’avvicinarsi di chi è incuriosito nei confronti di quest’arte si concretizzerà il 31 maggio p.v. Pots torna ad accoglierci ospitando chi vorrà incontrare l’ikebana della scuola Sogetsu la più moderna ed innovativa. Fondata nel 1927 da Sofu Teshigahara la Sogetsu vede nell’ikebana una forma scultorea moderna andando al di là degli stili prefissati tipici di tutte le scuole di questa arte giapponese. Il workshop è aperto a tutti, i partecipanti, dopo un’introduzione storico/filosofica, impareranno tecniche e concetti base e realizzeranno le prime due composizioni del corso di ikebana della scuola Sogetsu, più una composizione libera. Per questo motivo per chi vorrà frequentare il nostro corso di ikebana, che partirà nel prossimo autunno, la partecipazione al workshop vale come completamento delle prime due lezioni del corso di primo livello.

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C’è un famoso detto antico che recita: Per prima la Raku, seconda Hagi e terza Karatsu quando si parla di ceramica utilizzata per la cerimonia del tè giapponese

Continuando lo studio inerente il rapporto tra ceramica ed ikebana non poteva mancare l’incontro con questa celebre ceramica giapponese.

Da wikipedia: L’invenzione della tecnica raku è attribuita ad un artigiano coreano addetto alla produzione di tegole dell’epoca Momoyama (XVI secolo d.C.), Chojiro, che la sviluppò per facilitare la fabbricazione delle ciotole per la cerimonia del tè (e in effetti il suo mecenate fu Sen no Rikyu, era un maestro di questa cerimonia). Il termine giapponese raku significa letteralmente “comodo, rilassato, piacevole, gioia di vivere”, deriva dal sobborgo di Kyōto da cui veniva estratta l’argilla nel sedicesimo secolo. Da quel momento divenne anche il cognome e il sigillo della stirpe di ceramisti discendente da Chojiro, tuttora attiva in Giappone. Nel diciottesimo secolo, venne pubblicato un manuale che ne spiegava nel dettaglio la tecnica, e da allora il raku si diffuse anche al di fuori del Giappone. Le ceramiche raku sono molto quotate e ricercate. Molte di queste sono delle vere e proprie opere d’arte e possono essere ammirate, infatti, in musei e in collezioni private.

Domenica 20 settembre quindi primo appuntamento nel laboratorio di Pots per realizzare un vaso, una tazza o una ciotola che sarà (dopo una prima cottura) smaltata e cotta di nuovo nell’apposito forno realizzato all’aperto dal Maestro Sebastiano Allegrini che ancora una volta ci condurrà per mano nello scoprire questa affascinante arte.

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