Monthly Archives: gennaio 2014
31/01/14 Le poesia delle stagioni nell’ikebana: Haru, la primavera.
Conferenza a cura di Silvana Mattei (I° Master Scuola Ohara di Ikebana).
Lunedì 3 Febbraio alle ore 18.00 presso Studio Arti Floreali – Vicolo della Campanella 34/a. Roma.
Ingresso libero (fino ad esaurimento posti).
Il ritmo delle stagioni scandisce il tempo dell’ikebana così come quello di tante altre espressioni artistiche e culturali giapponesi.
In ikebana alcuni fiori in particolare diventano testimoni e simbolo di questo fluire e vengono identificati con una stagione in particolare.
In una carrellata di immagini, arricchita da alcune citazioni poetiche, si analizzerà come questi fiori possano essere usati nell’Ikebana della scuola Ohara in modi e forme compositive molto varie e diverse tra di loro pur mantenendo sempre una forte connotazione stagionale.
Nel giorno di Setsubun “il giorno che divide le stagioni” e che segna il passaggio tra l’inverno e la primavera secondo l’antico calendario lunisolare giapponese Silvana Mattei tornerà a parlarci della poesia delle stagioni nell’Ikebana Ohara.
Dopo l’incontro sull’autunno ci parlerà di Haru, la primavera e dei suoi fiori simbolo: il Ciliegio, ma non solo….
Tag:Arrangement, Art, 生け花 いけばな, Decorative, Decorazioni, Essence, Essenziale, Fiori, Flower, Giappone, Hasami, http://www.flickr.com/groups/sogetsuikebana/, Ikebana, Ikebana International, Ikebanado, Ikenobo. Ohara, Interior, Interni, Italy, Japan, Kadō, Kenzan, Luca Ramacciotti, Lucaram, Meditation, Meditazione, Minimalism, Minimalismo, Natura, Nature, Sculpture, Scultura, Season, Sogetsu, Stagioni, Suiban, Tsubo, Zen
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25/01/14 S’impasta l’argilla per fare un vaso | e nel suo non-essere si ha l’utilità del vaso.
(da sinistra: Luca Ramacciotti, Lucio Farinelli, Carla Sacco, Gabriella Manna, Jenny Banti Pereira, Silvana Mattei, Yoko Kurata, Paolo Biagini)
Sono appena rientrato da una giornata straordinaria. Oggi si teneva ufficialmente a battesimo il Chapter di Roma dell’Ikebana International nella prestigiosa cornice del Museo di Arte Orientale. L’emozione era tanta perchè con Silvana Mattei e Lucio Farinelli si era lavorato lungamente a questo progetto scegliendo foto, ikebana, realizzando il sito, la pagina di Facebook e i comunicati stampa. Silvana Mattei è stata la grande professionista che siamo ormai abituati a conoscere ed ha concretizzato quello che per me è un sogno da sempre ovvero la collaborazione tra le varie scuole di ikebana.
Gabriella Manna (Responsabile del Servizio Didattico del Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’) ha introdotto l’incontro alla presenza di una sala talmente strapiena (una capienza di 100 persone) che dopo i posti in piedi e a sedere sul pavimento si è dovuto purtroppo chiudere le porte di ingresso per questioni di sicurezza e mi dispiace per le persone che non han potuto presenziare a quello che, secondo me, rimarrà come evento storico nel mondo dell’ikebana italiano.
Mayo Nishiike (Responsabile Ufficio Culturale dell’Ambasciata del Giappone in Italia) e Pier Fabrizio Santovetti (Vice Direttore della Fondazione Italia Giappone) hanno avuto bellissime parole per tutti e quest’ultimo ha ricordato anche la sig.ra Uzzo che ha fatto da tramite tra la Fondazione Italia Giappone e il Museo.
Un applauso ha accolto l’arrivo di Jenny Banti Pereira. Credo che tutta la sala in piedi ad applaudire sia un’enorme soddisfazione per questa grande artista.
Silvana Mattei ha introdotto poi sia l’Associazione Ikebana International sia le persone che avrebbero preso parte alle varie dimostrazioni delle scuole.
Yoko Kurata ha realizzato un Rikka mentre Carla Sacco spiegava gli stili della scuola Ikenobo.
E’ stata la volta della stessa Silvana Mattei (coaudiuvata da Paolo Biagini) a presentare un ikebana tipico della scuola Ohara. La sua scelta era caduta sul Rimpa di cui ha spiegato la sua origine “pittorica” quali tipologie di materiali sono consentiti per questo stile e l’effetto che si doveva ricreare.
Andando in stretto ordine cronologico è poi stata la volta della Sogetsu. Pur non amando il contatto con il pubblico ho cercato di dare il meglio di me stesso per onorare questa scuola che amo moltissimo raccontandone le peculiarità, le innovazioni, spiegando che tipo di evoluzione abbia avuto l’ikebana con essa. A Lucio Farinelli il compito di realizzare uno stile libero con l’assistenza di Giulia Piccone Italiano.
Dire che è stata una mattinata ricca di soddisfazione è poca cosa. Come scordare le allieve, gli amici che sono venuti, colleghi di lavoro, amici bonsaisti, yamatologi, esperti di oriente, amiche virtuali (ora non più) di ikebana venute da Milano (Roberta Santagostino e Angela Passon), le innumerevoli persone che ponevano domande interessanti e pertinenti e che non accennavano minimamente a lasciare la sala. Ero veramente emozionato perchè il vuoto che era presente ora con l’Ikebana International è divenuto un vaso che potrà accogliere tutte le nostre future esperienze, amicizie, mostre, conferenze, dimostrazioni e tutto ciò che vorremo realizzare durante il cammino dei fiori.
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24/01/14 Kadō: le stagioni dell’Ikebana
(© fotografico dell’ Ikenobo Italia Ikebana Study Group)
Se con l’Ikenobo nasce il Kadō e si hanno le basi dell’ikebana è pur vero che questa arte ha avuto una sua ben precisa evoluzione con i mutamenti sociali ed artistici del Giappone fino alla nascita di altre scuole, stili e al “mutamento” di termine nell’attuale Ikebana. Domani durante la conferenza di presentazione dell’Ikebana International Chapter Roma (vedasi l’articolo Ikebana International Chapter di Roma) sarà compito dei rappresentanti delle tre scuole far comprendere agli astanti come, sempre nel massimo rispetto degli elementi vegetali, l’ikebana abbia seguito lo scorrere del tempo.
Maestro di cerimonia sarà il Presidente del Chapter romano Silvana Mattei (Ohara) che introdurrà il pubblico e gli ospiti convenuti al mondo dell’ikebana, la sua storia, gli aspetti culturali e spiegherà gli scopi sociali dell’associazione Ikebana International.
Interverranno:
Gabriella Manna, Responsabile del Servizio Didattico del Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’
Pier Fabrizio Santovetti, Vice Direttore della Fondazione Italia Giappone
Mayo Nishiike, Responsabile Ufficio Culturale dell’Ambasciata del Giappone in Italia
La conferenza e le dimostrazione andranno in stretto ordine cronologico con Carla Sacco che illustrerà la storia e gli stili dell’Ikenobo mentre la maestra Yoko Kurata eseguirà un Rikka.
Terminata questa dimostrazione sarà la volta della seconda “grande” scuola di ikebana ovvero l’Ohara e la stessa Silvana Mattei (coaudiuvata da Paolo Biagini) spiegherà i vari stili della scuola che rappresenta e di come fu rivoluzionaria per molti aspetti pur ricollegandosi, per altri, al passato con ikebana che si rifanno alla pittura tradizionale dimostrando la varietà e l’amore della natura tipico dell’Ohara. Silvana Mattei realizzerà un Rimpa.
(© fotografico di Carla Morselli)
Sempre andando in ordine cronologico si terrà la dimostrazione della Scuola Sogetsu. Conferenze come quella di domani non solo daranno l’opportunità di comprendere l’evoluzione di un’arte, ma anche come questi grandi artisti scrivessero, ideassero i loro lavori seguendo idee, filosofie, concetti discutendone anche tra di loro come dimostra la foto sottostante.
(© Sogetsu School – 1945 The first ikebana exhibition Sofu Teshigahara and Houn Ohara Exhibition)
A rappresentare la Sogetsu saranno presenti Lucio Farinelli che farà uno Stile Libero e il sottoscritto che cercherà di illustrare quali siano i temi (non si parla con la Sogetsu di stili prefissati) che caretterizzano la mia scuola.
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23/01/14 Ikebana International Chapter di Roma
(grafica di Luca Ramacciotti e Lucio Farinelli)
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22/01/14 I soli veri piaceri sono quelli inaspettati
(Nocciolo contorto, Girasole, Aspidistra, foto elaborata da Giuseppe Cesareo)
L’ikebana moderno non vede più il fiore come rappresentazione della Natura, residenza degli Dei, ma del materiale da “manipolare” come si farebbe in qualsiasi arte occidentale. Viene così a perdere il suo aspetto “sacro” a favore di quello artistico, creativo. Ma qualcosa, secondo me, rimane insito in questa arte, qualcosa che sfugge alla mera composizione floreale occidentale. Sia per le regole di proporzione, sia per concetti quali il “vuoto”, sia per l’aspetto armonico finale più che meramente estetico, sia per la possibilità di evitare la ridondanza per comunicare ciò che in quel momento creativo stiamo provando. Di recente ho letto un romanzo dal titolo Fiori di un solo giorno di Anna Kazumi Stahl in cui la coprotagonista Hanako (muta e sorda o forse semplicemente chiusa in un mondo suo dopo gli orrori dell’ultima guerra mondiale) comunica i suoi stati di animo creando ogni giorno degli ikebana.
Sabato prossimo a Roma ci sarà la presentazione del nuovo Chapter dell’Ikebana International (ne parlerò in un post domani) e per tale evento io illustrerò la storia e la tipologia della Scuola Sogetsu mentre Lucio Farinelli realizzerà uno stile libero. A tal fine ricorrerà a due rami di nocciolo ritorto che la sua allieva Lucia Pierelli gli ha donato. In attesa di sabato ne ho preso uno in prestito per realizzare l’ikebana che vedete in foto. Vi ho abbinato uno dei due girasoli avanzati dall’ultima lezione ed una delle foglie di aspidistra che ho fatto seccare di recente.
Vado a fare la foto e scopro che si è rotto il cavalletto fotografico. Panico. La tipologia di sfondo e del colore del fiore richiede parecchia accuratezza nell’esposizione, nell’inquadratura ed io mi ritrovo a fare una foto a mano libera. Numerosi gli scatti per un risultato sempre insoddisfacente. Nemmeno aiutava la buia luce piovigginosa che trapelava in casa. Che fare? Solo scegliere lo scatto meno brutto. Trattandosi di una giornata particolare per una mia allieva volevo mandarle un messaggio. Per cui cerco di essere calmo (zen?!?) e sistemo al meglio la foto. Ovvero la ritaglio. C’è gente che pensa che se una foto è buona è photoshoppata. L’editing delle foto esiste da sempre (a tal proposito si veda il bellissimo libro della Contrasto MAGNUM la scelta della foto), ma se la base di partenza non è buona… e spesso infatti si vedono online cose ritoccate terrificanti per come sono pasticciate.
Decido di pubblicarla anche su Facebook premettendo che non sono soddisfatto della foto e qui accade che un raggio di sole penetri nella stanza. Un mio contatto (grazie Roberta P.) mi scrive in privato per dirmi: Ciao Luca ! Non esser contrariato delle foto che pubblichi perchè sono eccezionali . Non conoscevo l’arte dell’ikebana ma la sto scoprendo dalle tue pubblicazioni e devo dirti grazie perchè riempi anche le giornate più grigie con una luce di speranza perchè è questo che colgo da esse.
E questo mi ha davvero commosso. Mi ha fatto felice perchè se parliamo di arte (che io sia artista o meno è indifferente) ci deve essere comunicazione, quindi sapere che i miei fiori parlano non solo con me è davvero fonte di gioia.
Poi interviene l’amico fotografo Giuseppe Cesareo e la magia si compie… la foto nelle sue mani diviene quella che vedete ora in alto.
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13/01/14 Massa, linea e colore
(Green Trick Dianthus, Gerbera)
L’anno scorso ad aprile partecipai al workshop di Tetsunori Kawana presso il The Sogetsu Branch Nederland e fu un’esperienza per me indimenticabile (In famiglia). Durante il primo workshop, da me seguito, si utilizzò il vaso che vedete in foto e i fiori a disposizioni erano principalmente gerbere ed altri di accompagnamento (tra cui solidago, limonium etc). In quell’occasione Kawana sensei mi fece una correzione molto importante che ho cercato di riportare in questo mio ikebana. Nei primi due livelli della scuola Sogetsu impariamo, come scritto più volte su queste pagine, a muoverci nello spazio. A capire le dimensioni, i rapporti tra gli elementi, il vuoto, i colori da abbinare. Il terzo curriculum prevede uno studio su Linea, Massa e Colore mentre il quarto è decisamente avanguardistico (materiale non convenzionale, materiale secco e colorato, maze-zashi, disassembling and rearranging etc).
Tetsunori Kawana mi disse osservando il mio ikebana (e quella fu la mia correzione) che in uno stile libero non devono mai mancare i tre temi fondamentali della Sogetsu: Massa, Linea e Colore. In quell’occasione io avevo messo le gerbere come massa e lui una di esse me la fece “venire in avanti” per creare la linea. Riutilizzando questo contenitore ho ideato un ikebana che seguisse questo insegnamento avuto. Il contenitore (al di là della forma) mi aiuta nel far risaltare sia il Colore del materiale sia la Massa dei Dianthus sia la Linea delle Gerbere. Lo sfondo scelto (il muro ed un carrello portatile nero) hanno sicuramente poi accentuato il tutto.
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11/01/14 La memoria
Se l’ikebana ci mostra l’impermanenza della vita, è pur vero che le forme, i colori, gli studi di questa arte si tramandano anche, o forse soprattutto, oralmente da insegnante ad allievo. E la memoria di incontri, di insegnamenti, di persone non è mai transitoria. Così ormai da due anni la lezione di gennaio viene dedicata a Maria Grazia Rosi il cui ricordo sarà sempre nel mio cuore e in quello di Lucio Farinelli che ha avuto assieme a me il piacere di conoscerla e frequentarla. Quando allestimmo lo scorso anno una mostra in suo ricordo presso la ceramista romana Susy Pugliese (Tra il cielo e la terra c’è l’amicizia) la sua famiglia non solo ci fece l’onore di venirci a trovare, ma ci donò alcuni dei vasi che Maria Grazia aveva posseduto. E tali vasi saranno sempre tra i protagonisti della lezione di gennaio. E’ il mese del ricordo di Maria Grazia, si apre un nuovo anno pieno di aspettative e gioia, sentimenti che han sempre caratterizzato la nostra amica e collega. E le nostre allieve han fatto loro questi sentimenti realizzando con passione e talento gli ikebana che vedete nelle foto sottostanti.
(Ikebana di Anne Justo)
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02/01/14 Sogetsu
L’ikebana, come tutte le arti, ha avuto da sempre un suo sviluppo e mutamento, ma sicuramente il giro di vite decisivo venne con la nascita della scuola Sogetsu. Se l’Ohara aveva inventato il suiban e il moribana (notevoli innovazioni nel campo), la Sogetsu portò l’ikebana nel mondo togliendo le composizioni dal tokonoma, rendendole vere e proprie sculture, e soprattutto introducendo la libera creatività. Come già scritto in altri post mentre nelle altre scuole si imparano degli stili e poi i maestri fanno stile libero, nella Sogetsu fin dal I livello oltre ad imparare le basi si ha la possibilità di esprimersi con creatività e libero arbitrio (seppur sempre guidati e corretti dal maestro). La Sogetsu non ha avuto “paura” di affrontare la modernità, ha rotto schemi e tradizioni proiettando quest’arte verso la visualità dell’astrattismo, del cubismo, puntando su linea, colore e massa.
A seguire alcuni video che parlano dell’ikebana tracciandone storia ed evoluzione per posi soffermarsi sui primi tre Iemoto della scuola (Iemoto ) con lo scopo di far comprendere come e quanto la Sogetsu abbia proiettato l’ikebana nella modernità, lo studio di forme, colori, l’utilizzo per la prima volta di materiali secchi, colorati, non convenzionali (carta, plastica, ferro, etc). A seguire una dimostrazione dell’attuale Iemoto e il video su quello che per me è il più grande maestro vivente di ikebana e che fu assistente di Hiroshi Teshigahara: Tetsunori Kawana.
Sofu Teshigahara
Kasumi Teshigahara
Hiroshi Teshigahara
Tetsunori Kawana
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