Monthly Archives: febbraio 2013
25/02/13 La sospensione in un attimo di eternità
(Calla)
Per quanto l’ikebana ci insegni l’impermanenza della vita a volte, spesso, questa ci pone innanzi a situazioni drammatiche, più grandi di noi. Ci ricorda che siamo un granello di polvere nell’universo di cui pensiamo di sapere tutto e di cui ignoriamo ogni cosa. Chiusi nei nostri bisogni (sempre più materiali che spirituali) improvvisamente ci scontriamo con dei muri che possiamo solo limitarci a guardare perché siamo tanto impotenti per abbatterli quanto per scavalcarli. E il dolore, in quei casi, arriva ad avvolgerci come bozzoli che potrebbero pietrificarsi se in noi non si introducessero i gesti, i volti, le parole delle persone a noi care.
La famiglia di origine, quella che creiamo noi, le famiglie composte da amici sono il nostro balsamo per questi momenti dove, come animali feriti, ci si chiuderebbe dentro delle caverne.
E con queste famiglie sanguinee e non viviamo, gioiamo, soffriamo in una comunità di cuori che non ti fa capacitare come sia possibile che questo mondo sia sconvolto da guerre, insensibilità ed odio.
E quando uno ha bisogno siamo lì a tendere una mano, dire una parola, una preghiera. Non riuscirà tutto ciò ad abbattere il muro, ma ci permetterà di affrontarlo al meglio.
Perchè quando si soffre per una persona il cuore si spacca in pezzi e solo un vero amico sa come aiutarti a rimettere assieme i cocci anche solo stando ad ascoltarti. E in questi istanti ne capisci il valore, ti accorgi che ci son da sempre, che si uniscono ad altri amici, si moltiplicano partendo tutti da un unico punto che è l’animo umano. Si incontrano, si capiscono, ti sfiorano con un sorriso, ti stringono in un abbraccio, anche virtuale e va bene lo stesso perché come diceva Richard Bach: “Nessun luogo è lontano. Può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici?… Se desideri essere accanto a qualcuno che ami non ci sei forse già?”
Però alle volte accade che la distanza materiale divenga insormontabile e ci si sente chiusi in una bolla dove la sospensione del tempo pare eterna perchè l’amico lo vedremo d’improvviso solo con gli occhi del cuore e della memoria e fa male, molto male.
Ed esci dalla stanza con altri amici, ci si fa forza e coraggio sapendo che il nostro sentire non verrà mai meno.
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20/02/13 La giusta stagione
(Typha, Margheritine selvatiche, Foglie palustri)
foglie
adagiate su una pietra
sepolta nell’acqua
(N. Jōsō)
Per esperienza personale se è vero che “ogni lasciata è persa” è altresì reale che ogni cosa accade nel momento esatto in cui si deve compiere. Non possiamo, per quanto ci si sforzi, di anticipare situazioni, incontri, stagioni. O alle volte si deve lasciar sedimentare quanto appreso, pazientare, come l’ikebana (e in esteso le arti giapponesi in toto) ci insegna.
A volte mi capita di reperire del materiale particolare e di volerlo usare subito, ma se non si hanno idee chiare si rischia solo di fare qualcosa che ci convince poco. Altre volte di realizzare ikebana e poi di “abbandonarli” per un giorno per poi ritornare a vederli con un “occhio nuovo” e magari cambiare alcune cose.
Recentemente un’allieva mi ha mandato per mail la foto di un ikebana perché le dicessi cosa doveva correggere. Per spiegarle come avrei usato ed abbinato il materiale da lei scelto le ho mandato una foto (quella di questo post) accorgendomi che non avevo mai pubblicato questo ikebana. Mi son soffermato ad osservarlo. Avendolo fatto in estate per me il rimando è decisamente a quella stagione, ma potrebbe anche ricordare un angolo di palude o un lungo fosso (dove fra l’altro reperii tutto il materiale) dove le piante sono “rinfrescate” dalla pioggia di questi giorni.
E nell’osservare come avevo sistemato i ciottoli, le foglie mi è tornato alla mente questo bellissimo haiku.
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13/02/13 Amo come l’amore ama
(Strelizia, Bancsia)
Amo come l’amore ama.
Non conosco altra ragione di amarti che amarti.
Cosa vuoi che ti dica oltre a dirti che ti amo,
se ciò che ti voglio dire è che ti amo?
(Fernando Pessoa)
Recentemente ci sono stati momenti importanti nella mia vita che hanno ruotato attorno al concetto di amore. Domani ci saranno regali e promesse, ma l’amore in qualsiasi forma e di qualsiasi genere ci deve essere per 365 giorni all’anno in noi. L’amore è un sentimento che non si concretizza solo in un rapporto a due, ma anche nel voler bene ad un’amico/a, aiutare chi è nell’indigenza, accudire un animale. E’ un provare un moto che dal cuore si propaga nel mondo.
Può essere l’amore per una città, per un film che ci ha suscitato emozioni. Alcuni giorni fa su Facebook un mio contatto ha postato un video di un film del 1984 (Electric dreams) che io avevo amato molto dove si ipotizzava che, attraverso la musica, un pc provasse amore per una musicista.
E che dire del recente Cloud Atlas dove l’amore è esplorato in tutte le epoche e forme? “Tutti i confini sono convenzioni, in attesa di essere superate; si può superare qualunque convenzione, solo se prima si può concepire di poterlo fare. In momenti come questi, sento chiaramente battere il tuo cuore come sento il mio, e so che la separazione è un’illusione.”
Da qui l’idea di festeggiare l’amore, e San Valentino, con un ikebana che fosse un po’ futuristico, con piante tipo la bancsia che potrebbero ricordare la flora che compariva negli episodi di Star Trek o Spazio 1999. Il tutto come uno slancio verso l’alto perché l’amore non ci fa mai rimanere coi piedi per terra.
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