Monthly Archives: dicembre 2012
31/12/12 Dalla fine al principio
coi sandali ancora, e il
cappello di paglia
(Matsuo Bashõ)
(Aspidistra, Anthurium, Tulipano)
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17/12/12 Mentre tutto scorre
(http://instagram.com/lucaramacciotti)
Mutamenti climatici, situazioni economiche insostenibili, la politica ormai lontana anni luci dalle contingenze dei comuni mortali che dovrebbero governare e proteggere, guerre, violenza, maleducazione, perdita dei valori morali e sociali, tutto farebbe pensare che se davvero la fine del mondo non sarà il prossimo 21 dicembre, di certo questo modo di vivere dovrà trovare una battuta di arresto. Che si sia di nuovo al crollo dell’impero romano d’occidente, o in un bel mezzo di un Medioevo parte seconda, fatto sta che si vive mediamente male. Mille preoccupazioni che scopriamo essere sciocchezze quando un grave problema di salute ci viene a colpire, lavoriamo per poter comperare oggetti che in realtà non ci servono. Dall’alto ci premono fino a schiacciarci e poi….
… poi ti ritrovi in un pomeriggio di sole a Livorno a parlare di ikebana ad un gruppo di persone che stanno in religioso silenzio, ascoltano, osservano attentamente il materiale innanzi a loro, lo lavorano con rispetto e le ore volano via in una calma, in una pace che ti fa credere che forse un mondo migliore potrebbe davvero esistere.
Quando tengo il corso a Roma (la lezione di Livorno di ieri era la prima, spero di una lunga serie per il gruppo che ho trovato), quando con le allieve si fanno attività extra studio (come la giornato lo scorso anno per la Festa della Terra) si percepisce che da parte della gente c’è il desiderio di vivere ad altri ritmi, ritrovare il contatto con la natura, vedere il mondo senza la nebbia e lo smog che la società ci ha spalmato sugli occhi. E quindi spero che si sia alla fine di questo cunicolo, che si stia arrivando ad un nuovo Rinascimento. Levato il rumore di sottofondo mi auguro si torni presto a percepire, a “conoscere la vita in ogni respiro”
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12/12/12 E se i Maya avessero ragione?
(Lilium)
In un mondo di frenersia, di falsi profeti, di corse, poter ritagliare angoli di paradiso con chi ama l’arte, la cultura, passare piacevoli pomeriggi è semplicemente un toccasana. Organizzare lezioni, corse, mostre, attività collaterali con le allieve, intraprendere nuovi percorsi fa sì che questa vita che, tenderebbe a schiacciarci, ritrovi binari migliori su cui scorrere. Un pomeriggio a Doozo tra letteratura e tè, uno tra gli artisti della ceramica di Pots, arrampicarsi nella struttura “Big bambú” con un’allieva e un maestro di ikebana dopo un’intensa giornata dedicata all’insegnamento di ikebana con un’allieva che viene appositamente da Bari per imparare fan sembrare il mondo meno grigio.
Domenica mi attende a Livorno quello che sarà un nuovo gruppo di amici per la prima lezione di ikebana presso l’Associazione Oriente Acquaviva e so già che sarà tanto faticoso (insegnare costa energia), quanto piacevole, e che ne uscirò al termine stanco, ma gratificato e felice.
E poi a maggio una mostra che per me è un sogno che si avvera perché un cammino già iniziato lo scorso anno porterà a frutti concreti lungo la via dei fiori. Dimentichi di steccati tra giardini creati nel passato da chi, forse più che l’arte dei fiori, desiderava altre cose. E questo ricompensa le alzate alle 6 del mattino per andare al Mercato dei fiori a comperare il materiale, passare ore a pianificare corsi, lezioni, studiare, ripassare i temi da far svolgere agli allievi, vedere che tutti tornino a casa soddisfatti del lavoro svolto e di ciò che hanno imparato.
Le iniziative son tante e trovano riscontro nelle persone che non vogliono solo galleggiare sulla superficie della vita che la società delle banche e degli status vorrebbe propinarci.
Insieme ritroveremo un mondo più alla nostra portata ed apriremo occhi e cuore su quello che fino a questo momento ci era sfuggito, imparando ad assaporare la vita in ogni sfaccettatura e momento.
E se i Maya avessero ragione…. approfitto di fare a tutti auguri di Buone Feste (che in quel caso non ci saranno però) anticipandovi il mio ikebana di Natale 2012.
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09/12/12 L’onore
(Suiban di Sebastiano Allegrini, Ikebana di Luca Ramacciotti)
Spesso in relazione al popolo giapponese si sente parlare di “onore”. Termine che ormai nella società moderna tende ad essere escluso dai dizionari. I giapponesi hanno un codice d’onore che percorre le loro vite, i loro studi, gli interessi. Vivere con onore comporta anche oneri ed oggi nessuno ne vuole più. Essendo io cresciuto in una famiglia “all’antica” vedo ancora il “vivere con onore” come una parte importante della società e cerco di applicarlo sia nella mia vita privata, sia nel lavoro sia… nell’ikebana.
Che significato può avere vivere con onore l’ikebana? Prima di tutto approcciarsi ad essa con serietà, umiltà, impegno. Non si fa ikebana con la speranza di poter divenire bravi in poche lezioni e vendere le composizioni, si studia ikebana per riscoprire la meraviglia del mondo che ci circonda, vedere l’universo con occhi “diversi”, dedicarsi ad un’arte estranea al nostro modo di pensare ed accorgersi che richiede da parte nostra un mettersi in gioco totale. L’onore è comportarsi anche nella maniera più professionale possibile quando si fa lezione (per rispetto tanto all’arte quanto all’impegno, economico e personale, che l’allievo mette nel venire a lezione) o si partecipa a presentazioni, dimostrazioni. L’ikebana è armonia e noi dobbiamo sempre cercare di arrivare a questo risultato, non a fare masse informi di materiale per colpire chi guarda. Anche perché, ricordiamolo sempre, non è vero che non tutti capiscono l’ikebana, anzi lo scopo di quest’arte è proprio quella di comunicare, di unire l’animo di chi l’ha eseguita con quello di chi la osserva. Se vi diranno che non tutti possono capire l’ikebana chi lo afferma è solo una persona o sterile od arrogante. Magari una persona estranea a quest’arte non comprenderà lo stile, la scuola, ma se percepisce qualcosa, a livello emotivo, il nostro compito è adempiuto.
L’onore è l’onere quando ci troviamo, con il nostro ikebana, a interagire con il lavoro di altri artisti che con studio, passione ed impegno si comportano onorevolmente. Se davanti a noi abbiamo una persona improvvisata, il nostro spirito lo percepirà, se invece si rimane incantati dinnanzi ai suoi lavori allora dovremo far sì che il nostro non sia da meno. Non importa se chi verrà a vedere sarà esperto di ikebana o (come in questo caso di ceramiche), l’importante è che in questo connubio provi qualcosa.
Già in un altro post (Interconnessioni) avevo parlato dei lavori di Sebastiano Allegrini (http://www.potsrome.it). Oggi teneva nel suo negozio/laboratorio un aperitivo (e qui l’arte era della madre che ci ha deliziato il palato e l’animo con i suoi capolavori che è possibile degustare nel suo locale La Dispensa) con esposizione dei suoi lavori.
Allievi, collaboratori, amici son giunti richiamati da questo simpatico invito animando il laboratorio ed ovviamente ci sono andato pure io con alcune allieve e l’altro maestro che lavora con me. Sebastiano mi ha dato la possibilità di adoperare un suo bellissimo manufatto per comporre un ikebana. Avendo già visto il contenitore precedentemente ho deciso di utilizzare garofani bianchi e pandano per mettere in risalto il colore e la forma di questo particolarissimo doppio suiban
Un onore ed un onore ancora una volta affrontato con piacere perché se le persone son serie ed oneste si parla sempre la stessa lingua e ci si comprende immediatamente.
In un clima di familiarità ed amicizia si è svolta la giornata all’insegna del bello che, in fin dei conti, è il sentimento che ci spinge a cercare di fare arte.
Sebastiano non è nuovo all’ikebana sia per il suo percorso di studi sia per la conoscenza della scuola Ohara con cui ha collaborato e se ne avvertono le tracce nell’esposizione dei suoi lavori dove ogni tanto nei vasi campeggiano rami o fiori.
Sicuramente è di interesse lo studio che fa di forme, colori (che prepara, idea e sperimenta lui stesso), matericità e tecniche. Un posto da visitare per rimanere incantati da questa antica eppur modernissima forma d’arte che è la ceramica.
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02/12/12 Studiando s’impara
(Pandano, Dianthus)
Recentemente in una discussione una persona poco informata, oltre ad una serie di inesattezze, sosteneva che il corso di studio della Sogetsu dura 13 anni. In realtà ne può durare anche 50, dipende da come si fa, conosco persone che ci han messo anni per finire uno dei quattro livelli previsti dalla Sogetsu (il quinto è solo per chi vuol divenire maestro). Al di là del tempo che ci si impiega il problema è con quale approccio ci apprestiamo a percorrere questo cammino. Sia che si tratti di studenti al primo anno, sia nel caso dei maestri lo studio va sempre fatto con passione ed umiltà. Come già scritto in altri post, io continuo a prendere lezioni dalla mia insegnante quando per lavoro mi reco all’estero cerco sempre insegnanti Sogetsu perché magari mi insegnano nuove tecniche, mostrano idee diverse dalle mie nel trattare od abbinare il materiale, uso contenitori sconosciuti o elementi vegetali mai trattati prima. Ho ancora bisogno di lezioni? Sì perché non ho perso la voglia di esplorare quest’arte ed è anche l’occasione per incontrare altri appassionati o per fare con loro un lavoro sotto l’egidia della natura. Con lo stesso spirito mi recherò ad aprile in Olanda, con il maestro Farinelli e alcune nostre allieve, a fare un workshop.
A dicembre inizierò un nuovo percorso a Livorno, presso Oriente Acquaviva, con un ciclo di lezioni volte a far comprendere cosa sia l’ikebana e già so che sarà un’altra esperienza indimenticabile per l’entusiasmo, la passione e la professionalità che stanno mettendo nell’organizzazione le direttrici e le collaboratrici di questa splendida Associazione.
E nuovi sentieri nascono, si incrociano, si evolvono (con un misto di stupore, gioia e soddisfazione penso alle mie allieve che già da tre anni vengono a lezione e assieme realizziamo mostre o si idea attività collaterali). Nuove allieve che seguono con entusiasmo quest’arte, le richieste che mi pervengono da più parti di questo nostro meraviglioso paese. Se tutte queste persone ci mettono così tanto amore, io non posso essere da meno, devo dare quanto ricevo se non di più e non mi posso concedere il lusso di fare le cose male, con superficialità o prosopopea.
Se noi insulteremo la Natura, essa ci risponderà facendo sì che nei nostri vasi invece di ikebana ci saranno sterile masse confuse di fiori. Magari anche un poco rovinati…
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